Un’architettonica cornice: il castello di Rivara, sede storica del Cenacolo di pittori della scuola di Rivara, un complesso composto da tre edifici indipendenti: il castello medievale, la villa neobarocca e le scuderie; superfici espositive per oltre 2.500 mq immersi in un parco di oltre 45.000. Spazi che racchiudono spazi, che a loro volta racchiudono spazi racchiusi, questa la cornice che inquadra Inarchitettura, la personale di Annamaria Gelmi curata da Franz Paludetto ospitata al Centro d’arte contemporanea.
L’artista si confronta scientemente con grande creatività con gli ambienti non facili, quali quelli di un museo storico, interagendo con soluzioni formali che sintetizzano la grande capacità di cambiare ed evolversi. La Gelmi ha alle spalle un lungo percorso, ma oggi riesce ancora a stupire e non ripetersi, pur mantenendo da sempre la stessa musa ispiratrice: l’architettura. Un’arte o forse una disciplina, di certo una costante per il lavoro, rigidamente geometrico. Ma al di là del rigore formale, vi è un gusto astratto-concettuale carico di fragilità, dunque per lo più quelle femminili. La varietà dei mezzi espressivi, delle soluzioni formali e dei temi proposti in questo ambizioso progetto sottolineano le molteplici correnti intellettuali e artistiche a cui si ispira. Il tutto contribuisce a delineare il suo modo di vivere la dimensione d’artista, suggerendo l’idea dell’arte come spazio concettuale di libera espressione.
Le sculture di grandi dimensioni presenti nel parco sono l’antefatto dei dedali narrati all’interno del castello. Tema ricorrente è la montagna "Ski-line": l’artista è nata a Trento, in mezzo alle montagne, ha nei tratti sempre presenti i profili delle Alpi. Nella sala principale vi è un’Architettura, installazione scultorea appositamente realizzata per questa mostra e composta da una serie di forme geometriche in rilievo che si inseguono in un gioco di rimandi speculari. Al centro della stanza è posizionata invece Serra, una grande gabbia metallica, alla cui base è posto uno specchio, mentre le restanti pareti sono occupate da disegni e fotografie esposte in anteprima assoluta in occasione di questa mostra.
Interessanti per indagare negli studi della Gelmi i molti disegni in bianco e nero, linguaggio creativo d’origine, costituito da figure geometriche progressivamente più complesse fino alla sagoma del fiore. Infine, gli scatti fotografici, a testimonianza del workshop in Bangladesh, dove dell’uomo o della donna ritratti non restano che arti privi di soggettività.
Fino al 26 settembre
Castello di Rivara, piazza Casimiro Sillano 2, Rivara (To)
Info: 012431122; www.castellodirivara.it