Panorami di nubi immaginarie

Matteo Montani dipinge su carta fatta di silicio e carbonio, gli elementi di cui sono composte le stelle. I suoi sono paesaggi fluttuanti, panorami di nubi immaginarie e impalpabili che si mescolano a fondali neri interrotti da squarci siderali. Per la prima volta la Otto gallery di Bologna ospita una personale dell’artista romano, portando nel cuore della città frammenti di non-luoghi dal sapore introspettivo. La mostra A cielo aperto presenta una serie di dipinti tratteggiati su un supporto materico ruvido e scuro che viene a tratti denaturato dall’artista con stratificazioni di tenue color liquido a base di olio e trementina. Il comune denominatore della mostra è infatti il cielo, che con le sue nuvole intangibili aggredisce la carta abrasiva su cui è depositato creando effetti cosmogonici e incantati.

Nell’opera Quartetto per la fine dei tempi, attraversate da un rosso sanguigno e da campiture dorate, questi squarci di cielo e di nubi si contrappongono in maniera netta: una grandissima quinta teatrale composta da quattro lunghissime strisce di carta abrasiva, è ispirata all’omonima composizione che Olivier Messiaen scrisse nello Stalag VIII, un campo di concentramento vicino a Gorlitz, in Slesia, nel 1940.

Le altre sale della galleria sviluppano invece la contrapposizione fra la terra aggressiva e la calma del cielo nuvoloso. In omaggio all’Angelo dell’Apocalisse, che stende la mano verso il cielo, dicendo "Il tempo non sarà più" cita la partitura di Messiaen, ad indicare il tramite tra i due mondi che Montani fa dialogare armonicamente.

A cielo aperto
Fino al 30 giugno
Otto gallery
via D’Azeglio 55, Bologna
Info: 0516449845; www.otto-gallery.it