Fra papi & papy

Ci sono papi e papy, come le ultime bizzarre vicende italiote ci hanno più volte ricordato. E in un fluire di scambi tra sacro e profano una mostra dall’ispirazione ecclesiastica vede convergere a Roma (capitale dello stato laico e insieme fulcro dell’universo religioso) tre artisti, Luigi Ballarin, Gerardo Di Salvatore e Lughia, che espongono lavori dedicati ai papi che ne hanno accompagnato l’esistenza insieme a quelli dedicati al rappresentante, nella stessa Italia del potere mediatico, propagatore della nuova fede del consumo.

Dopo “Noi diversi” e “Sopraffactions”, “Papi & papy” è la nuova mostra, ospitata fino all’8 giugno alla galleria Hybrida contemporanea, che vede ancora una volta lavorare insieme i tre artisti. La triade degli autori, come una contemporanea trinità, intende violare la sacralità dell’arte proponendosi con opere frutto di reciproche sopraffazioni. Come ha dichiarato il curatore Giuseppe Salerno: «Come mai sarebbe accaduto prima, la stessa Chiesa, per l’allungarsi della vita umana e per il capillare diffondersi dei mezzi radiotelevisivi, si è mostrata in modo continuativo e ravvicinato agli occhi della medesima generazione attraverso un succedersi di papi che nella loro profonda diversità hanno sottratto l’immagine del sommo rappresentante della fede all’idea astratta ed immutabile che l’aveva accompagnata nei secoli, restituendola alle umane fragilità. In questo venir meno di solidità è il potere mediatico a porsi al di sopra d’ogni cosa, ad ammantare l’esistente e a farsi paladino della nuova dilagante religione planetaria: il consumismo, il cui messaggio muove innumerevoli schiere di adepti nei centri commerciali, “cattedrali” del terzo millennio. A questo mondo in divenire rivolgono la loro attenzione Luigi Ballarin, Gerardo Di Salvatore e Lughia che, nell’interpretare le figure dei sei papi che ne hanno accompagnato l’esistenza, non tralasciano di rappresentare la figura oggi massimamente emblematica, nella stessa terra dei Papi, di quel potere mediatico propagatore della nuova fede».

I tre artisti affiancano da tempo alla loro produzione individuale la diffusione on line di copertine di "The best in art", rivista inesistente attraverso la quale offrono al pubblico, con ironia, la propria immagine.

Fino all’8 giugno
galleria Hybrida contemporanea
via Reggio Emilia 32/b
, Roma
Info: 0699706573; www.hybridacontemporanea.it