Di un individuo poco raccomandabile, di un attaccabrighe, di un farabutto, addirittura omicida, festeggiamo i 400 anni dalla morte. Lunga la serie di iniziative, prima fra tutte la mostra che si inaugura il 20 febbraio alle Scuderie del Quirinale. Omaggio a Michelangelo Merisi e al suo genio, passionale e ribelle, “anti” per conformazione spirituale. Una vita violenta e una produzione che ha segnato in maniera indelebile la storia dell’arte. Caravaggio, chiamato come la località d’origine, ma in realtà nato a Milano nel 1571, riveste un posto tra gli immortali perché vide prima di tutti gli altri, mostrò meglio di molti altri l’anima degli uomini.
Inventò una forma tutta particolare di luce, tra il divino e l’umano. I suoi raggi continuano ad abbagliare con la forza della verità, del realismo ante litteram. Nei dipinti gente del popolo, nelle espressioni del volto e nei movimenti tutti i segni del quotidiano, tra blasfeme interpretazioni di santi e divinità. In ogni opera c’è l’autore, un io prepotente che si impone, e con lui un pezzo di noi, delle nostre paure, delle speranze, più spesso dell’inquietudine.
«Il rapporto tra lo spettatore e il Caravaggio è diverso dal rapporto di qualunque altro artista con coloro che si pongano a osservarne l’opera. Sembra che nel tempo l’incontro con il Caravaggio abbia assunto una rilevanza non solo estetica ma anche psicologica per l’osservatore che mette a nudo la propria anima assecondando un implicito suggerimento dell’artista», scrive il curatore della mostra Claudio Strinati nel testo in catalogo.
La mostra alle Scuderie offre al pubblico solo e soltanto la produzione certa di Caravaggio, la summa indiscutibile del maestro. L’intera carriera artistica rappresentata lungo i due piani espositivi in un percorso non strettamente cronologico, ma teso a esaltare il confronto tra tematiche e soggetti uguali.
Fino al 13 giugno
Scuderie del Quirinale
Catalogo Skira
Info: 0639967500;
www.scuderiequirinale.it