Le mille facce di Lichtenstein

La mostra dedicata a Roy Lichtenstein, celebre artista statunitense tra i più famosi esponenti della pop art, conosciuto soprattutto per le sue opere coloratissime, ritratti, ritagli tratti dall’universo fumettistico, è già stata allestita alla Triennale di Milano (www.triennale.it) e rimarrà aperta fino al 30 maggio.A luglio verrà trasferita al Ludwig museum di Colonia, dove resterà fino al 3 ottobre.

Grazie all’intervento del curatore Gianni Mercurio, un vero ammiratore dell’artista, si avrà l’opportunità di conoscere un Lichtenstein privato, quasi intimo:  le opere in mostra ripercorrono infatti tappe tematiche della sua carriera artistica differenti da quelle usualmente note e per le quali divenne popolare. Sono presenti più di cento lavori provenienti da varie fonti come il Gugghenheim museum o il Whitney museum of american art, entrambi di New York, il Museum moderne Kunst di Vienna, il Broad art foundation di Los Angeles e collezioni private. Lavori che partono dagli anni ’50 agli anni ‘90, alcuni dei quali inediti, quadri di imponenti dimensioni, sculture, collage e disegni stupiranno i visitatori che rimarranno rapiti oltre che dall’umorismo fuoriuscente dalle sue opere anche dalle tecniche, dai materiali adottati e dalle stile ancora oggi molto contemporaneo.

La disposizione delle opere, di sala in sala, non è stata pensata per livelli cronologici ma per quelli contenutistici, anche se come afferma Gianni Mercurio: «Roy decideva di occuparsi per un certo periodo di tempo di un tema e poi cambiava argomento». Durante questa mostra, ideata dalla Triennale e da Alphaomega art, e grazie alla partecipazione di The Roy Lichtenstein foundation e del comune di Milano, saranno presenti opere sul genere della natura morta, del paesaggio, riflessioni sui movimenti del cubismo, dell’espressionismo, del surrealismo; opere futuriste che faranno avvertire il senso del tempo, del movimento, che renderanno possibile quasi percepire il suono verbale, il rumore. Si ricorda, in questo senso, la sua rivisitazione del Cavaliere rosso di Carlo Carrà. Inoltre, tra le opere della serie degli anni ’30, troviamo alcune decorazioni architettoniche che portano con sé un doppio messaggio. Da una parte il desiderio di commentare l’arte americana che aveva lasciato un segno importante nella sua gioventù, dall’altra la voglia di esprimere un parere alla corrente che si era dispiegata accanto all’espressionismo astratto e alla pop art, ovvero il minimalismo. In ultimo, si potranno rivivere le allegre rivisitazioni di iconografie medievale, le sue interpretazioni miranti a dipinti di altri artisti come William Ranney, o di Emanuel Gottlieb Leutze che ricalcano gli Stilemi espressivi dell’astrattismo europeo, soprattutto di Picasso e Paul Klee; ci si potrà perdere, inoltre, tra i suoi disegni, estremamente ricercati.

Grazie alle sue capacità poliedriche il materiale artistico è variegato, la sua produzione è in grado di mescolare lo stile dell’arte moderna proveniente dall’Europa, con figure e forme tipiche della storia d’America nascono i suoi indiani, i cow boy, i colonizzatori e gli eroi. L’assessore alla Cultura Massimiliano Finazzer Flory, ripensando a Lichtenstein, afferma che per fare arte contemporanea non basta solo l’intuizione ma serve anche un approfondimento molto serio sull’opera su cui si lavora.

Come ricorda il curatore, in Lichtenstein si nota l’importanza del discorso sulla percezione visiva: «Ricordo in particolare un’opera che ci fa capire bene questo discorso, un’apparentemente banale pallina da golf. Questa pallina da golf rappresentava per Roy la percezione visiva che egli aveva di un’opera importantissima, di Mondrian, un’attrazione del 1917, dove una serie di croci, definivano un campo più o meno ovale. Poi da essa scaturiva un oggetto pop: una pallina da golf. In quest’opera è racchiuso il suo umorismo, stare con Roy significava essere bombardato da doppi sensi continuamente. E si assaggiava il suo gusto, la sua propensione per il paradosso che come hanno detto alcuni filosofi è il sale della filosofia».