Arti mobili

Quando si studiava educazione tecnica alle media c’era sempre un capitolo che sorprendeva, che faceva fermare a riflettere più della rilevazione del petrolio, più della ripartizione dei materiali edili, più di ogni altra classificazione urbanistica: era la concretezza dell’incapacità architettonica urbana, erano le barriere architettoniche delle città. Fermo all’incipit di un nuovo capitolo, il problema della mobilità dei disabili durava il tempo di qualche pagina e purtroppo tutt’ora non sembra aver superato tale tempistica.

Divieto di accesso è un’iniziativa a cura dell’architetto Rosanna Moretti che presso la sede dell’ex Macello di Aversa (Ce) propone una lettura contemporanea sul tema delle barriere architettoniche interpellando nove artisti italiani e il loro approccio creativo nei confronti di un tema sensibile quanto silenzioso. Laura Cionci, Alfonso Cometti, Dario Madonna, Pietro Maietta, Andrea Martinucci, Laura Mega, Arianna Piazza, Pasquale Zeno e Stefania Zocco esporranno i loro lavori a partire dal nove fino al 20 dicembre, intervallando un progetto che non gode solamente della fruizione del loro percorso espositivo, ma anche di un discreto programma di appuntamenti a partire dalla discussione sul tema del 10 dicembre con Danila Jacazzi e l’architetto Mario Buono, per giungere all’incontro con la Telethon nel pomeriggio successivo.

Sensibilizzare artisticamente la società con un tema troppo ridondante e affatto attualizzato significa far parlare una voce diversa, che se si riferisce al sociale lo fa con la dimostrazione di fatti, con la certificazione documentaristica quanto artistica di eventi. In Divieto di accesso si è voluto presentare una problematica integrando le parole alla vista, raccontando attraverso disegni, video e installazioni un mondo di ostacoli ricreato con la sensibilità di chi di ostacoli non ne ha: la “sottrazione” di Stefania Zocca svuota il peso di una sedia disegnandone lo scheletro mentre le impronta di Pietro Maietta appesantiscono il sentiero circoscritto su cui immobili camminano, o forse sostano. Mostra difficile perché pesante da affrontare, perché siamo tutti consapevoli di quanto ancora non è stato fatto e lasciando cadere il cliché del Natale per cui ipoteticamente siamo tutti più buoni, non pensiamoci due volte e andiamo a vedere di che se tratta, davvero.

Dal 9 al 20 dicembre
Aversa, via Tristano, ex Macello