Acqua di lago? Di fiume o di mare? Dobbiamo immergerci per assaporarne il gusto. Un tuffo basterà per penetrare nella profondità di quel liquido azzurro, (olio su tela), disegnato da Matteo Nannini durante la sua personale intitolata “Overfloating”, fino al 13 novembre, allo spazio Agorarte di Milano.
In Nannini è un “Naufragar m’è dolce in questo mar”, e come lui stesso afferma «mi figuro la vita come una nuotata in mare aperto; a volte c’è il sole, l’acqua è limpida e rinfrescante, la temperatura ideale, ma a forza di andare avanti può venire un crampo… Puoi perdere la stella polare; un’ondina malefica ti si può infilare in bocca quando emergi per respirare e puoi restare in balia di un mare livido e tempestoso. Poi ritornano le condizioni ideali».
Il corpo infrangendosi nell’acqua rompe il suo legame con la materialità della vita, è come se si sganciasse dall’apparire e divenisse essere. L’indagine critica sui quadri di Nannini fa emergere molte questioni, come ad esempio l’importante messaggio sulla società contemporanea nella quale l’aspetto esteriore sembra essere l’unico modo di approcciare alla vita, di comunicare con l’altro, è sempre al primo posto rispetto al resto, a discapito dell’interiorità che viene soffocata dietro a un trucco, dietro ad una maschera di plastica, dietro ad un vestito alla moda.
Se uno psicanalista osservasse i quadri di Nannini, invece, penserebbe subito al concetto di bipolarità insita nell’individuo: oltre alla personalità apparente, sociale, si nasconde il nostro secondo lato, quello nascosto, dove vivono la paura e le insicurezze, quello dove noi ci tramutiamo in mostri” come in quell’immagine divenuta famosa in campo psicologico, nella quale è raffigurata una forma che contiene due figure, ed in funzione del momento è possibile visualizzare o la donna giovane e bella o la donna vecchia e un po’ strega.
L’acqua comunque rimane il simbolo della purificazione come in La pioggia nel pineto” la seducente poesia dannunziana; l’acqua è l’elemento in cui vive Oxun, la dea che libera il corpo dalle negatività. Dall’acqua nasciamo ed è nell’acqua che nuotiamo per esplorare le profondità, e nuotiamo in cerca di un’isola o per provare nuovamente quella sensazione di unione che ci legava alla madre. Esiste una terapia in cui si consiglia di stare nella vasca da bagno in mancanza del mare per ritrovare quell’armonia simbiotica vissuta nei nove mesi di gestazione. Il personaggio, creato da Nannini, che sguazza su e giù tra aria ed acqua, tra luce e ombra è una donna con un temperamento forte ma che sembra finalmente abbandonarsi lì dove l’azzurro del cielo si specchia nel mare.
Ancora Nannini: «Da una parte, luce e ombra sono due facce della stessa medaglia, l’una non può essere senza l’altra. Chi dipinge o scolpisce lo deve ben sapere: è alla base di tutto. In un’altra versione dell’ interpretazione dei miei disegni, si può affermare che gli individui oggi si presentano per come sono. Fanno apparire esteticamente quello che sono dentro. Oggi, d’altra parte, è evidente, vince l’apparire non l’essere. Questo spiega la pochezza che ci circonda quotidianamente: dai programmi televisivi agli eventi mondani e sportivi alla politica».
Info: www.agorarte.com.