Le madonne nere di Saturno Buttò

Predilige i corpi femminili, spesso ammiccanti e voluttuosi, altre volte acerbi e immaturi. La prima impressione è che ci si trovi di fronte a fotografie post-prodotte digitalmente ed è quasi una sorpresa scoprire che è tutto nato dal lavoro congiunto di mani, pennelli e cuore.

Saturno ButtòSaturno Buttò, audace artista veneziano che negli ultimi anni si è fatto riconoscere soprattutto nell’ambiente underground per l’originalità della sua arte, è riuscito a creare un’interessante commistione di argomentazioni coraggiose e provocatorie: la religione diventa oscura, infernale, ancestrale. Le donne diventano dee erotiche. Il sesso è estremo, doloroso, chirurgico, innaturale eppure curiosamente intrigante, giocato sull’immaginazione, sulla rappresentazione di quello che potrebbe succedere, ma che non viene mostrato. Il tutto unito alla tecnica pittorica impeccabile, che strizza l’occhio alla nostra tradizione rinascimentale (con qualche elemento bizantino).

Alla Mondo Bizzarro gallery di Roma (in mostra fino al 15 ottobre con la sua "Hieratic-surgical paintings”) troverete donne che convulsamente si strizzano i seni, piercing, divaricatori, teschi su altari infernali, madonne nere, teste falliche di medusa, corsetti in pelle nera, flebo, mascherine da sala operatoria, chirurgia. Dipinti che farebbero impallidire anche lo spettatore più intrepido, ma che si apprezzano facilmente, soprattutto per la palpabile mancanza di volgarità, l’eleganza delle forme, la femminilità di queste donne travestite da improbabili infermiere come in "Bad nurses" (che ammiccano più all’horror che al porno) o da madonne bellissime, con i seni scoperti, impegnate in giochi erotici particolari (pare che il sadomaso, la clismafilia e il bondage siano gli schemi prediletti nei dipinti di Buttò).

L’eros si lega così al dolore, come il sacro si lega al profano. La fisicità della donna (più raramente dell’uomo) viene elevata nella sua sacralità, per poi essere associata a simbologie mediche, quasi decontestualizzandole per poterle elevare a uno status di sofferenza e inquietudine in cui l’uomo vive ogni giorno. I colori forti, sanguigni, scuri, violenti, completano l’atmosfera satanica che avvolge i protagonisti dei dipinti. Le donne non sono più tali, ma diventano dee nere, diavolesse con corna ricurve, peccatrici e mangiatrici di uomini (in "Confession II" la donna, reduce dalla confessione, ha le labbra imbrattate di sangue: indicibili peccati mortali o i segni di una violenta evirazione?)

Se siamo in tempi in cui nemmeno la trasgressione più estrema riesce a stupirci, e dove l’underground non è più così “under”, Buttò trova la chiave giusta per affrontare certe tematiche, seppur con una certa ripetitività, ovviata da un’instancabile voglia dello spettatore attento di godere ancora, e poi ancora, della perfezione artistica e dello stimolo controverso del proibito.

Accanto alla mostra di Saturno Buttò, Mondo Bizzarro ha inaugurato uno spazio riservato alle giovani proposte. All’interno si potranno conoscere le opere di digital-art di Max Papeschi, che con la sua “Disneyland under attack!” ha messo alla berlina con una divertente ironia pop, i simboli delle guerre recenti e dei poteri internazionali (il nazismo, i conflitti religiosi), mascherando la loro strategia del controllo delle coscienze collettive grazie al mondo fumettistico, veicolo new-pop di una sarcastica critica sociale.

Mondo Bizzarro gallery
Via Reggio Emilia 32 c/d Roma
Info: 06 44247451; www.mondobizzarro.net
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