The Framers, musica da cornice

The framers è un disco, un duo, un elegante lavoro fatto intorno all’arte, adoperando l’altra arte, la musica. Phil Mer e Andrea Lombardini, batterista e bassista, hanno scelto, per questo progetto, alcune meravigliose celebrità della storia dell’arte e le hanno incorniciate, da qui il titolo, con la loro musica. Il risultato è visionario, denso, puntellato di colori e sfumature. Chiamatelo jazz, se vi pare, ma andate pure oltre. Phil Mer, attuale batterista dei Pooh, ci racconta la genesi del disco: «Sono laureato in scienze dei beni culturali ma, avendo iniziato giovanissimo a suonare da professionista, non ho mai messo seriamente a frutto le mie conoscenze in materia. In Andrea ho trovato un collega sensibile e coraggioso, è laureato in filosofia con tesi in estetica musicale e condividiamo, perciò, l’interesse per la bellezza». Andrea Lombardini, tra i più brillanti bassisti dell’attuale scena musicale, ci dice: «Avevo visitato il Museo d’arte moderna e contemporanea di Nizza, la sua collezione permanente su Yves Klein, e avevo composto di getto il tema di International Klein blue. Quando ci siamo incontrati, con Phil, abbiamo ragionato sulle possibilità di tradurre in musica i concetti visivi o narrativi: Phil analizzava dei dipinti, poi improvvisavamo insieme. In pochi mesi ho composto il nucleo dei temi del disco che poi abbiamo allargato, arrangiato, scomposto e ricomposto». Ed è nato The Framers, otto dipinti protagonisti e un brano di chiusura, affidato alla voce di Mario Biondi, dal titolo esortativo: Paint!

«Musicare delle opere d’arte – continua Mer – vuol dire conoscerle a fondo. Si parte dal quadro ed è al suo interno che si cerca ispirazione. I musicisti che hanno lavorato con noi (Francesco Bearzatti, Fulvio Sigurtà, Malika Ayane, Jason Lindner, tanto per citarne alcuni, ndr) hanno avuto il delicato compito di non perdere mai la connessione tra suono e immagine. In studio di registrazione c’erano riproduzioni dei quadri ovunque, sui leggii, sul banco del fonico. Eravamo immersi nei quadri da incorniciare». Uscito per la preziosa Auand di Marco Valente, The framers è anche un cofanetto con tanto di piccole stampe dei quadri musicati fatte per essere lette mentre le tracce scorrono. Ci sono Bosch, Dalì, Warhol, Rousseau, Boccioni, Klein, Picasso e Degas. Spiega Lombardini: «Partiti dal gusto personale, ci siamo poi accorti di come il nostro interesse andasse verso le avanguardie storiche che offrono un bilanciamento tra forma, soggetto narrativo e libertà espressiva che ben si presta alla trasposizione in musica». Chiude Mer: «Il linguaggio frammentato e spigoloso del cubismo analitico di Picasso può essere reso anche in musica; il tempo che oscilla e che fluttua in Orologi molli sembra scandito proprio dal battito irregolare degli orologi sciolti di Dalì». E per chi volesse vedere The framers all’opera, una serie di live in arrivo: le riproduzioni dei quadri saranno al centro del palco e la musica intorno, a far da cornice. Info: Teaser disco, video Orologi Molli, il brano ispirato a La persistenza della memoria di Dalì.