Illusioni ottiche e cervello

Dischi rotanti, spirali che sprofondano nello schermo, linee e forme che si piegano e si muovono in maniera bizzarra ma anche figure ”fantasma” che appaiono all’improvviso. Ecco le illusioni ottiche, effetti grafici in grado di farci vedere cose che non esistono o che riescono a simulare movimenti anche nelle immagini che appaiono statiche. Alcune manipolano il modo in cui il nostro cervello interpreta le immagini, altre sfruttano, invece, la natura del nostro occhio e i meccanismi con cui vengono proiettate e permangono sulla retina. Immediatamente si pensa ai lavori di Escher, recentemente riscoperti, ma pochi sanno che le illusioni ottiche sono nate quasi per gioco e affascinano l’uomo da generazioni. Dai primi studi di inizio ‘900 sul modo in cui il nostro cervello raggruppa naturalmente alcune figure, seguendo le cosiddette leggi della psicologia di Gestalt, fino a diventare una chiave di lettura per i neuroscienziati e psicologi impegnati a studiare il meccanismo della visione e provare a svelare come la nostra mente comprende ciò che gli occhi vedono.

Mentre gli scienziati stanno ancora cercando di capire esattamente il motivo per cui si verificano, alcune di queste illusioni potrebbero derivare da difetti nel nostro cervello sul modo in cui elaboriamo le informazioni visive bidimensionali per creare percezioni tridimensionali. Sembra uno scherzo ma pare che i nostri neuroni non riescano a fare due attività contemporanemente: attivandosi su alcuni punti spengono le attività recettive di quelli accanto. Ecco il parere di alcuni esperti raccolto dal sito statunitense The Verge.

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