Studio Azzurro alla Biennale

L’intero padiglione della santa Sede alla 55esima Biennale di Venezia, In Principio, si incentra sui primi 11 capitoli della Genesi biblica, da un’idea del cardinale Gianfranco Ravasi: Studio Azzurro, Josef Koudelka e Lawrence Carroll sviluppano attraverso vari linguaggi capitoli diversi di questa parte della Genesi. La Creazione, corrispondente ai primi cinque capitoli, è stata affidata alla creatività di Studio Azzurro, composto da Fabio Cirifino, Paolo Rosa, Leonardo Sangiorgi e Stefano Roveda. La Creazione viene narrata immaginificamente attraverso una videoinstallazione interattiva dal titolo In principio (e poi) che occupa un’intera sala. Ci si immerge in un’esperienza sensoriale dal forte impatto emotivo che coinvolge l’intera persona.

Sulle due pareti laterali figure di sordomuti accolgono con la loro presenza: basta toccare le loro immagini proiettate perché si animino e raccontino la nascita del mondo vegetale, il tutto attraverso gesti che creano scie luminose. Entrando, sulla destra si concretizza la narrazione della nascita del mondo animale, sulla sinistra, la narrazione della nascita del mondo vegetale: la visualizzazione dei gesti in scie informa la vista come se ci si trovasse di fronte a organismi astratti che diventano viventi. Togliendo la mano dalle figure, esse si voltano e finisce il racconto. Gli artisti hanno scelto i sordomuti perché nessuno più di loro riesce a comunicare attraverso il gesto, perché sono portatori di una sofferenza che si può ritrovare a livello globale nella società contemporanea e perché, come nel paradiso terrestre l’uomo doveva nominare animali e vegetali per dargli la vita, così loro nominano le cose, in maniera poetica. Sulla parete centrale proiezioni di figure di carcerati con pene molto pesanti da scontare, Tavola laterale E POI … senza tempo, senza spazio (gli uomini): quando lo spettatore li tocca, protendono le mani verso chi guarda appoggiandole ad un vetro immaginario. I carcerati rappresentano l’umanità nella sua identità e sono portatori di una sofferenza dovuta anche al ripensamento su ciò che hanno fatto.

Queste persone hanno una vita costretta sia dal punto di vista spaziale che temporale: nella loro esistenza sono rilegati in ambienti piccoli, mentre nello scorrere del loro tempo avviene una dilatazione; ciò li conduce alla riflessione. Nella sofferenza ritornano alle loro origini, le ritrovano, quasi si volessero ricollegare con esse, quasi volessero ricongiungersi simbolicamente con chi li ha generati. Sul pavimento, invece, Tavola orizzontale – In principio, una proiezione complessa che rappresenta la creazione universale, Paolo Rosa la definisce «una relazione universale», nel centro sono visualizzate le scie degli organismi disegnati dai sordomuti e intorno si crea un cerchio con le mani di tutti gli spettatori che hanno toccato le figure. L’interattività fra le persone realizza un mondo che si pone come un grande organismo cellulare. Infine il commento sonoro è dato da battiti del cuore che si uniscono creando armonia. Info: www.studioazzurro.com

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