Max Ernst. A Palazzo Reale la prima retrospettiva italiana

Prima retrospettiva in Italia dedicata a Max Ernst, pittore, scultore, poeta e teorico dell’arte tedesco. In mostra oltre 400 opere.

Palazzo reale

Milano

«Max Ernst: il dadaista, il surrealista, il romantico, il patafisico, l’umanista interessato al Rinascimento». A Palazzo Reale, a Milano, è in mostra la prima retrospettiva in Italia dedicata a Max Ernst, pittore, scultore, poeta e teorico dell’arte tedesco, poi naturalizzato americano e francese.
L’esposizione, promossa e prodotta da Comune di Milano-Cultura e da Palazzo Reale con Electa, in collaborazione con Madeinart, è curata da Martina Mazzotta e Jürgen Pech.

Max Ernst, Gli uomini non ne sapranno nulla, 1923.
Tate, acquisito nel 1960, Tate, London, 2022 Max Ernst by SIAE 2022

Una mostra imponente che conta oltre 400 opere tra dipinti, sculture, disegni, collage, fotografie, gioielli e libri illustrati provenienti da musei, fondazioni e collezioni private, in Italia e all’estero. Frutto di un lungo lavoro di studio e d’indagine compiuto dai curatori che ha permesso di includere tra i prestiti anche opere e documenti che non venivano esposti al pubblico da parecchi decenni. La vastità di temi e sperimentazioni dell’opera di Ernst si spalma su settant’anni di storia del XX secolo, tra Europa e Stati Uniti, sfuggendo costantemente a ogni definizione. 

Max Ernst, Oedipus Rex, 1922
Collezione privata, Svizzera Album / Fine Arts Images / Mondadori Portfolio Max Ernst by SIAE 2022

A Palazzo Reale i visitatori ripercorrono l’avventurosa parabola creativa dell’artista, segnata dai grandi avvenimenti storici del XX secolo e costellata di amori straordinari, nonché di amicizie illustri. Il percorso racconta le vicende biografiche di Ernst raggruppandole in quattro grandi periodi, a loro volta suddivisi in nove sale tematiche che dischiudono approcci interdisciplinari alla sua arte.

All’ingresso delle sale espositive un capolavoro che compie quest’anno un secolo, Oedipus Rex (1922). In queste prime due sale, intitolate La rivoluzione copernicana e All’interno della visione, è ripercorsa la prima parte della biografia di Ernst, gli anni dell’infanzia e della formazione in Germania, la Grande Guerra, combattuta in prima persona ed equiparata a un periodo di morte e poi il ritorno alla vita, il matrimonio e la nascita del figlio Jimmy, l’avvento rivoluzionario di Dada e l’invenzione del collage, la prima mostra in Francia e il proto-surrealismo.
Nella terza sala – La casa di Eaubonne – il percorso espositivo ripropone una ricostruzione, integrata con frammenti originali, della casa affrescata in cui Ernst visse la relazione con Gala e Paul Éluard. Il ruolo centrale dell’amore, dell’amicizia e dell’erotismo nelle sue scelte e nella sua poetica diventa poi protagonista nella sala Eros e metamorfosi.

La mostra prosegue raccontando gli anni trascorsi da Ernst a Parigi e in Francia, l’affermarsi del Surrealismo, il secondo matrimonio con Marie-Berte e poi l’amore con Leonora Carrington, le amicizie profonde, gli scambi e le collaborazioni con tanti protagonisti delle avanguardie, i viaggi e le sperimentazioni, l’avvento della Seconda Guerra Mondiale, la prigionia da “artista degenerato” e l’esilio negli Stati Uniti, organizzato grazie al supporto di Peggy Guggenheim, che l’artista sposerà per un breve periodo.

Max Ernst, exhibition view at Palazzo Reale, 2022. Photo Lorenzo Palmieri

La vita di Ernst continua nella scena internazionale di New York, il matrimonio con Dorothea Tanning, il trasferimento a Sedona, in Arizona, nella casa costruita e decorata dagli artisti, introducono alle successive sale: I quattro elementi (foreste/terra, uccelli/aria, mare/acqua, orde/fuoco), Natura e visione e Il piacere di creare forme (Gestaltungslust) – il piacere dell’occhio (Augenlust). All’interno di questi nuclei tematici emerge il ruolo che la natura e il paesaggio ricoprono nell’invenzione di tecniche, nella creazione di filoni del fantastico e del meraviglioso che investono anche la scultura e l’oreficeria, riflettendo una costante tensione dialettica tra parola e immagine, tra spirito e materia.
La sala numero otto intitolata Memoria e Meraviglia, raccoglie opere in cui la storia della cultura, il ritorno dell’antico intrecciano un rapporto intimo e consapevole nell’arte di Ernst, fino ad arrivare all’ultima sala, quella delle stelle, intitolata Cosmo e crittografie. Negli anni che precedono lo sbarco dell’uomo sulla Luna, infatti, arte e scienza dialogano nelle opere di Ernst, dischiudendo sguardi inediti sul cosmo e coinvolgendo l’astronomia come l’antropologia, la fisica e la patafisica.

Max Ernst, exhibition view at Palazzo Reale, 2022. Photo Lorenzo Palmieri

Un percorso espositivo in cui giochi di percezione tra stupore e meraviglia, enigmi impenetrabili e costellazioni di simboli conducono oltre la pittura, come afferma Domenico Piraina, direttore di Palazzo Reale: «Nelle sale di Palazzo Reale, viene squadernato l’immenso inventario iconografico dell’artista, uno strabordante vaso di Pandora, una irripetibile, magica, estraniante, colta, stimolante Wunderkammer novecentesca, di cui questo catalogo riflette la ricchezza: erbari, insetti, chimere, disegni anatomici, storie naturali, foreste di pietra, animali, fiumi antropomorfi e forme zoomorfe, mappe stellari, geometrie, uccelli, oltre ad autentici capolavori che resteranno per sempre nella storia dell’arte come l’Antipapa, Il bacio, Sogno e rivoluzione, La città intera, L’angelo del focolare, Oedipus rex, Pietà e La rivoluzione la notte e molti altri ancora. La mostra offre un viaggio appassionato e illuminante nella mente di uno dei più talentuosi artisti nel Novecento che, nonostante la sua centralità nella storia dell’arte del XX secolo, in Italia è stato rappresentato raramente».

Max Ernst, L’angelo del focolare, 1937.
Collezione privata, Svizzera Classicpaintings / Alamy Stock Photo Max Ernst by SIAE 2022

La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Electa, da una guida e da una nuova edizione, sempre di Electa, di due opere fondamentali di Paola Dècina Lombardi sul movimento surrealista: Surrealismo 1919-1969Ribellione e immaginazione La donna, la libertà, l’amoreUn’antologia sul surrealismo.

Max Ernst
a cura di Martina Mazzotta e Jürgen Pech
fino al 26 febbraio
Palazzo Reale, Milano

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