Quante volte al giorno d’oggi ci troviamo a indossare una maschera? Per Luigi Pirandello le maschere rappresentano la frantumazione dell’io in identità molteplici ed un adattamento dell’individuo sulla base del contesto e della situazione sociale in cui si trova. Lo sviluppo di un alter ego è oggi ciò che di più quotidiano possa esserci nel nostro presente. La dimensione virtuale in cui si svolgono molte ore della. Nostra giornata ci ha condotto alla definizione di un se esterno rispetto quello che siamo sempre abituati a conoscere, un’identità alternativa che frequentemente può distanziassi rispetto a ciò che nella realtà ci ha sempre determinato come individui.
La riflessione sull’individualità è il cardine della nuova esposizione fotografica aperta all’Osservatorio Prada di Milano, Melissa Harris cura il progetto Role Play, una mostra che esplora i processi di ricerca, proiezione e creazione di possibili identità alternative, in bilico tra sé autentici, idealizzati e universali attraverso una selezione di fotografie, video e performance di 11 artisti internazionali.
Mettendo in discussione le metafore di genere, gli stereotipi, il senso del luogo e le prospettive future, gli artisti di Role Play si interrogano sulla nozione di individualità come la conosciamo e come potrebbe essere. Il gioco di ruolo, la creazione di alter ego e la proliferazione di sé sono tra le possibili strategie per comprendere l’essenza di ogni individuo e la sua immagine esterna. È sempre Pirandello ad essere convinto che le maschere, molteplici, che indossiamo ogni giorno non sono altro che frammenti di noi stessi, tasselli che compongono il mosaico delle nostre personalità. Ogni contesto necessita una maschera perché, sempre citando l’autore siciliano, siamo tutti attori nella “Recita del mondo”.
È il ventaglio di possibilità secondo cui potremmo mostrarci al prossimo il terreno di gioco su cui operano gli artisti in mostra all’Osservatorio. Come sottolinea Melissa Harris, «Dall’inizio del XX secolo, i progetti che prevedono il gioco di ruolo hanno approfondito il concetto di identità, permettendo agli artisti di sfidare le norme di comportamento legate al genere, a viaggiare nel tempo e a immaginare il loro sé in una miriade di modi diversi, riflettendo sulla loro stessa essenza, anche quando questa è in evoluzione».
Il gioco di ruolo diventa lente antropologica per osservare come l’essere umano abbia assorbito attraverso delle ludiche dinamiche un modo nuovo di esternare i suoi lati celati, spingersi oltre ciò che per lui è regolarità, continua così infatti Melissa Harris: «Un alter ego, un personaggio o un avatar possono rappresentare delle aspirazioni. Possono appartenere alla propria storia personale e culturale o richiamare un senso di alterità. Possono essere una forma di attivismo, o un mezzo per muoversi attraverso posizioni radicate, persino estreme, verso l’empatia, per mettersi letteralmente nei panni di un altro»
La Fotografia e il video sono i medium che più fino a oggi si sono dimostrati adatti per raccontare questo genere di indagini. La fotografia, fin dalla sua invenzione, è uno dei linguaggi visivi più adatti per indagare l’altro. Attraverso diversi generi, dal ritratto, all’autoritratto e al reportage, e approcci alternativi, dalla narrazione alla ricerca concettuale, la fotografia è il mezzo ideale per l’autoriflessione, data la sua natura oggettiva, diretta, in grado di far cadere ogni tipo di maschera
Role Play include opere degli artisti Meriem Bennani, Juno Calypso, Cao Fei, Mary Reid and Patrick Kelley, Beatrice Marchi, Darius Mikšys, Narcissister, Haruka Sakaguchi & Griselda San Martin, Tomoko Sawada, Bogosi Sekhukhuni e Amalia Ulman
Info: https://www.fondazioneprada.org/project/role-play/
Role Play, a cura di Melissa Harris
19 febbraio 2022 – 27 giugno 2022
Osservatorio Prada
Galleria Vittorio Emanuele II, Milano