La notizia per ora è stata smentita dai diretti interessati, ma nell’ambiente circola da tempo il rumor che la celebre fiera Frieze, made in UK e con edizioni a Londra, New York e Los Angeles, stia ragionando su una possibile edizione nel 2022 che potrebbe svolgersi a Seoul, la capitale politica e finanziaria della Corea del Sud. La scorsa settimana un portavoce di Frieze, alla specifica domanda ha risposto: «Siamo sempre alla ricerca di potenziali nuove opportunità e abbiamo un ottimo rapporto con le gallerie, le istituzioni e i collezionisti coreani. Tutto è possibile, ma non c’è niente da segnalare per ora». Secondo quanto riportato dal giornale coreano Hankyoreh, Frieze avrebbe firmato un memorandum d’intesa con la Galleries Association of Korea per sviluppare una nuova fiera che si svolga in concomitanza con la Korea International Art Fair (KIAF), che l’associazione organizza ogni anno. Ogni autunno la KIAF porta più di 150 espositori al centro congressi Coex di Seoul.
Se la notizia venisse confermata non sarebbe altro che un’ulteriore testimonianza dello straordinario momento di salute che il mercato dell’arte coreano sta vivendo. Negli ultimi anni, infatti, sono stati aperti musei importanti e gallerie internazionali hanno scelto questo Paese per il lancio di nuove filiali (Lehmann Maupin, Perrotin e Pace). E chissà che proprio la pandemia non possa accelerare questa decisione, visto che le fiere in Occidente stanno soffrendo, mentre in Oriente hanno ripreso alla grande sia in Cina che in Corea, sebbene con un taglio più localistico a causa della quarantena obbligatoria di due settimane per chi arriva dall’estero.