Ha passato il mese di agosto a navigare per il Mediterraneo e negli ultimi giorni è stata compiuta anche la prima missione di salvataggio di migranti. Stiamo parlando della Louise Michel, la nave di soccorso finanziata da Banksy. Un suo progetto coerente con la sua poetica, sempre impegnata a sostenere i valori di libertà e uguaglianza e a contrastare ogni forma di dispotismo, ingiustizia e violenza. La Louise Michel è uno dei suoi ultimi progetti. Una nave battente bandiera tedesca, impegnata nel recupero di migranti provenienti dal Nord Africa, con un equipaggio di dieci persone capitanate da Pia Klemp, una donna con una lunga esperienza in altre ong.
La missione di salvataggio, che il Guardian ha raccontato in esclusiva, ha riguardato 84 migranti, tra cui 14 donne e 4 bambini. In questo momento le persone sono ancora a bordo della nave in attesa di qualche autorizzazione da una guardia costiera europea.
Ma chi era Louise Michel? Era un’anarchica femminista francese vissuta nel diciannovesimo secolo e infatti la missione incarnata da questa nave coinvolge prevalentemente donne, le uniche a poter parlare a nome della nave. Il messaggio intrinseco in questo progetto è stato costruito da Banksy in ogni dettaglio. Dall’estetica della nave, alle sue strategie di azione fino alla selezione dell’equipaggio. L’imbarcazione, infatti, non è grande come quelle delle altre ong, ma più piccola, agile e veloce, in grado di intervenire più rapidamente delle autorità portuali (qualcosa che ricorda anche il metodo di azione dello street artist). Non solo, ognuno dei membri dell’equipaggio ha un background diverso, ma tutti si riconoscono nei valori di antirazzismo e antifascismo, in favore di un radicale cambiamento politico, come dichiara la stessa capitana Klemp: «Salvare vite non è un atto umanitario, ma costituisce una parte importante per la lotta all’antifascismo». La pianificazione dell’intera missione si è svolta in segreto tra Londra, Berlino e Burriana in quanto l’equipaggio temeva che l’attenzione dei media potesse avere un impatto negativo per la buona riuscita del progetto e, in seguito, sull’efficacia delle operazioni di soccorso. Le prime informazioni sono trapelate solo dopo il primo salvataggio.