Giovedì 25 giugno presso la galleria di Roma AntiGallery ci sarà l’opening della rassegna di opere fotografiche Fotografica MONTI-2019-2020 a cura di Barbara Martusciello. Per la nona edizione la curatrice ha scelto gli scatti di Mattia Morelli, appartenente al collettivo Basement con residenza d’artista presso lo spazio espositivo Fondamenta Gallery di Inside Art.
La mostra personale di Mattia Morelli si intitola Piazza l’auto! e Altri risVOLTI, in cui l’osservatore è trasportato dall’ordinario allo straordinario, comprovando e mutando la banalità del quotidiano in un interessante tessuto di nessi, emozioni ed estetiche dissonanti e divergenti, grazie all’atto artistico dello scatto fotografico. Così Mattia Morelli cerca di offrire un’alternativa reinterpretata e reinventata, creando universi alternativi con una fotografia molto vicina alla pittura, dalla forte carica concettuale e dall’approccio pittorico per i colori e le forme.
Nel progetto Piazza l’auto! le automobili fuori produzione e abbandonate in luoghi non adibiti al parcheggio riempiono gli spazi, dandogli un aspetto surreale. Grazie allo scatto, questi paesaggi si rivelano in un certo senso metafisici, caricati da stratificazioni di riferimenti e sentimenti, emozioni ed estetiche contrastanti. Come sostiene Morelli: «Se da una parte la fotografia documenta un dato di fatto, dall’altro ne sublima l’atto».
Il Ladies & Gentlemen Morelli invece prende le mosse dalla visione antropomorfo-centrica dello sguardo umano. Scrutando i muri in una ricerca a un’analisi lunga, dovuta a un’investigazione paziente e meticolosa, l’artista ha riconosciuto tra le crepe dei muri formatesi dal distacco causale dell’intonaco dalle pareti stesse l’esistenza di volti, tanto da poter avvicinarsi quasi a uno studio antropologico della specie umana.
Mattia Morelli è un fotografo che invita a reinterpretare e sublimare la realtà, perché spesso l’occhio umano è tanto stanco e pigro da non scorgere più ciò che lo circonda, ed è per questo che le sue creazioni sono trasfigurazioni poetiche di elementi considerati dai più insignificanti, grazie a un occhio allenato a vedere altri panorami.