Pestilence, il ritorno

Roma

Dal latino ”pestilentia”, ovvero epidemia di peste, la peste nel suo diffondersi e infierire. Treccani insegna. E, al pari del primo volume pubblicato alcuni mesi fa, il secondo volume del duo (sceneggiatore, maestro indiscusso dell’horror-gore) e Oleg Okunev (disegnatore ucraino di primissimo ordine) prosegue e conclude, non solo nel titolo, un viaggio negli inferi ambientato nell’Europa del quattordicesimo secolo. Pestilence, una storia di Satana (Saldapress, cartonato, 120 pagine, 19.90 euro) – che fa parte della collana Aftershock – vede l’entrata in scena del nemico maggiormente temuto: Satana. Non solo horror e gore ma anche ironia e avventura. Il secondo volume di Pestilence prende in là nell’anno del Signore 1353. Il coraggioso Roderick Helms, che abbiamo conosciuto nel primo libro, è un fuggitivo (”si è dato alla macchia assieme alla sua famiglia”). Vive nel più totale isolamento, dopo aver pregiudicato il ruolo della Chiesa nella battaglia contro la cosiddetta ”morte nera”, devastante, capace di causare la morte di oltre metà degli abitanti del continente europeo (è andata così?). Ma qualcosa minaccia di ricondurre l’uomo sul campo di battaglia e stavolta non si tratta di una (possibile) epidemia bensì di qualcuno tornato sulla Terra con l’obiettivo esclusivo di rendere la terribile – e reale – piaga degli zombie (”usciti dalle loro tombe, hanno cominciato a divorare i viventi”) ancora più oscura: il già citato Satana. Dalla malattia alla religione, dalla violenza spinta alle scene di sesso: per chi ha apprezzato il ”primo” Pestilence, questo secondo racconto a fumetti è imprescindibile per chiudere il cerchio. Al contempo, i curiosi devono necessariamente recuperare (e leggere) il volume precedente per avere una visione d’insieme il più esaustiva possibile. E, soprattutto, per comprendere il ruolo dell’ordine sacro Fiat lux, il braccio armato di una Chiesa capace solo di insabbiare e fuorviare a più non posso, che era stato in grado di ”arginare” il numero delle vittime eliminando (per sempre?) l’avvisaglia dei non morti. Ambientata in un Medioevo che più buio non si può – dio ce ne scampi, appunto – Una storia di Satana è una narrazione sì di fantasia ma (ahinoi) più che mai attuale, con una serie di personaggi che, con tutti i loro estremismi/fanatismi, non sono poi così distanti da alcune inquietanti figure pubbliche di cui purtroppo abbiamo triste conoscenza. Esagerazione? Non esattamente. È sufficiente, infatti, rifarsi alle parole di Adam Glass – scrittore, sceneggiatore e produttore tv conosciuto per i suoi lavori nelle serie sul piccolo schermo Cold case, Supernatural e Criminal minds, ma anche autore di fumetti importanti – che ha ammesso: «A mettere paura sono capaci tutti, ma far accapponare la pelle è decisamente più complicato. Ed è questo che riesce tanto bene a Tieri». Spiega ancora: «Nelle mani dell’autore sbagliato, questo graphic novel sarebbe stato solo la messa in scena di un lungo e dettagliato massacro ma, sotto la mano di Frank, diventa un’analisi puntuale sul potere e su quanto possa corrompere». Per chi ama le storie ”pucciose” tra amore e amicizia, i racconti scritti e disegnati a colori dal duo Tieri-Okunev sono consigliati quanto un tuffo nell’oceano infestato dagli squali, bendati e senza saper nuotare. Tutti gli altri possono (non proprio tranquillamente) tuffarsi in un vero e proprio mare. Di sangue rosso fuoco.

Info: www.saldapress.com

 

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