Ahmed Alsoudani, la mostra

Roma

Un’importante retrospettiva ripercorre la carriera dell’artista americano di origine irachena Ahmed Alsoudani. La mostra In Between, a cura di Mary Angela Schroth, raccoglie circa una quarantina di opere dell’artista dal 2004 ad oggi, tra cui, oltre a nuovi e inediti dipinti provenienti dal suo studio, anche una selezione di importanti opere su carta e una più recente scultura in bronzo dipinto. Sarà esposta dal 26 marzo a Roma, nella splendida cornice di Palazzo Cipolla. Essa segna, tra l’altro, il debutto assoluto dell’artista nella città di Roma, dopo la sua partecipazione nel 2011 alla 54esima edizione della Biennale di Venezia all’interno del Padiglione iracheno. 

L’iniziativa, ideata insieme alla Marlborough Gallery, è promossa dalla Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale presieduta dal Prof. Avv. Emmanuele Francesco Maria Emanuele (che nell’artista iracheno ha trovato l’ideale interprete della propria filosofia ispiratrice, improntata all’interazione feconda tra Occidente e Medio ed Estremo Oriente nel segno della comprensione e dell’inclusione), e realizzata da Poema S.p.A. con il supporto organizzativo di Comediarting e Arthemisia. 

La ricerca espressiva di Ahmed Alsoudani, naturalizzato americano, utilizza la forza comunicativa dell’arte quale strumento atto ad abbattere non solo le barriere sociali e culturali, ma in prospettiva anche quelle etniche e religiose. La mostra inizia dalle prime esperienze dove l’orrore della guerra impatta sui lavori, fino ad arrivare, con il passare del tempo e con la distanza, ad una più modulata e mediata esplorazione del dolore. Una ricerca che a lungo termine porterà Alsoudani ad ulteriori progressi. Il fulcro del lavoro di Alsoudani è il disegno, ed in particolare il concetto di bozza, un atto fisico e primordiale che coinvolge il corpo e convoglia il pensiero e l’esperienza direttamente sulla superficie del dipinto. Le vigorose tracce di grafite e carbone sulla tela grezza sono le prime esperienze che conducono successivamente all’esplorazione dei colori dell’opera che completano il lavoro. «L’arte di Ahmed Alsoudani è di forte impatto, colpisce i sensi e l’immaginazione, a volte persino disturbando l’osservatore – commenta Emanuele – come solo l’arte che comunica qualcosa di rilevante è davvero in grado di fare. Accanto alla riflessione sui temi della vita e della morte, scaturita dal fatto di aver vissuto due conflitti bellici negli anni della sua giovinezza, Alsoudani affianca anche una ricerca sulla società contemporanea e sui suoi ritmi di vita, a loro modo anch’essi ”violenti’ e spersonalizzanti”».  

Lo storico e critico d’arte Gabriele Simongini, che ha collaborato al catalogo ha aggiunto: «Nelle opere di Alsoudani dallo spazio amniotico delle forme proliferanti emerge potente uno stato parossistico di delirio reale, concreto, che empaticamente coinvolge e travolge lo spettatore».

Dal 26 marzo al 20 settembre
Palazzo Cipolla, via del Corso 320 – Roma

 

 

 

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