Giulio Squillacciotti è già noto da tempo nel ”giro” dell’arte contemporanea. Romano, classe 1982, studi umanistici (laurea in Scienze umanistiche dopo gli studi in arte medievale tra Barcellona e Roma), si è fatto conoscere per i suoi video e le sue installazioni. Tra i tanti progetti, nel 2010 è stato selezionato per il corso superiore in arti visive della Far con Walid Raad e subito dopo è stato in residenza negli atelier della Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia. Nel 2019 dopo una partecipazione al Padiglione Olandese della 16ma Biennale di Architettura di Venezia, è tra i vincitori dell’edizione 2019 dell’Italian Council con un progetto sulla fine distopica dell’Europa.
L’opera con cui vince il Talent Prize 2019 è Note sopra le virtù materiali per un monologo mai andato in scena, un lavoro risultato da una ricerca molto lunga e meticolosa fatta negli archivi dell’ex ospedale psichiatrico di Collegno. Partendo dalla ricerca effettuata nel museo di antropologia ed etnografia di Torino e nelle collezioni di disegni e opere provenienti dall’ex manicomio di Collegno tra XIX e XX secolo, in collaborazione con l’archivio Mai Visti dell’associazione culturale Arteco, Squillacciotti ha costruito un apparato scenografico per uno spettacolo teatrale mai andato in scena immaginato come ”altro mondo possibile”, desunto dalla fantasia degli internati dell’ex manicomio. In particolare il costume di scena parte di Note sopra le virtù, è un abito/scultoreo realizzato a partire dagli schizzi di uno degli ospiti di Collegno nel 1904. Lungi dal voler dar vita a tale spettacolo, l’artista immagina un Museo che ne contenga i frammenti, invitando lo spettatore, di volta in volta, a ricostruire la sua storia.
Il lavoro è stato considerato un poetico contributo all’indagine sulle tante sfaccettature del processo creativo nonché un interessante racconto di una realtà poco conosciuta ma allo stesso tempo ben connotata nell’immaginario collettivo.