Realizzare un’ opera che denunci l’inquinamento atmosferico attraverso lo stesso inquinamento atmosferico. Come è possibile? Chiedetelo ad Andreco, il noto artista che ha concluso da poco la sua ultima impresa: un murales di 300 metri realizzato usando un inchiostro prodotto con lo smog. Per dire stop ai cambiamenti climatici, questa volta Climate Art Project, il progetto che tra arte, scienza e ambiente sta attraversando il mondo per sensibilizzare sul tema dei cambiamenti climatici, ha scelto Nuova Dehli, la città più inquinata del mondo, un titolo negativo conquistato nel 2018, dopo i picchi di PM2,5 registrati nel mese di novembre, con serie ripercussioni sulla salute dei cittadini danneggiando l’aria e le acque della città. I fiumi Yamuna e Gange, luoghi sacri per gli indiani tali da aver ottenuto dalla corte indiana diritti legali comparabili a quelli degli esseri umani, sono tra i corsi d’acqua più inquinati della terra.
L’opera, che interagisce con il paesaggio e le architetture circostanti, raffigura in maniera simbolica la transizione dei fumi tossici e i gas serra, provenienti delle emissioni industriali, dal traffico veicolare e dai roghi di stoppie e rifiuti, in un ambiente salubre con candide nuvole. La transizione è resa possibile da un albero vero che si erge al centro del muro. Andreco integra figure simboliche con formule chimiche, grafici e dati forniti dai centri di ricerca per formare un’unica immagine concettuale dal forte impatto visivo. Il progetto ha avuto tre diversi momenti nella città di Delhi: il grande wall painting, una performance collettiva sotto forma di parata, e un talk che ha analizzato i cambiamenti climatici e i problemi ambientali locali da un punto di vista scientifico e artistico. La parata, una performance collettiva, che ha coinvolto la popolazione locale di tutte le età, ha attraversato il quartiere di Lodhi, con canti, slogan e grandi bandiere, per suscitare un’altra riflessione sull’inquinamento e sulle possibili forme di azione individuale e collettiva.