Leonardo e la sua Firenze

Firenze

”Pittore fiorentino”, così Leonardo da Vincisi è sempre continuato a definire, anche negli ultimi anni vissuti lontano dall’Italia, in Francia. E questo legame con la sua città torna di grande attualità proprio quest’anno, in cui si celebrano i 500 anni dalla sua morte, avvenuta nel castello di Clos-Lucé, nella Loira. Ed è proprio a Firenze che fervono i preparativi per una grande mostra a Palazzo Vecchio, Leonardo da Vinci e Firenze. Fogli scelti dal Codice Atlanticoun’esposizione in cui vengono presentate  al pubblico dodici carte vergate da Leonardo, estratte dal Codice Atlantico, provenienti dalla veneranda Biblioteca Ambrosiana e proposte in un percorso a cura di Cristina Acidini, dal 29 marzo al 24 giugno 2019. 

Il Codice Atlantico, conservato nella storica biblioteca di Milano, è composto da 1119 fogli, contenenti per lo più scritti e disegni di Leonardo da Vinci. Questo straordinario patrimonio grafico non è certo sconosciuto. Oltre alle edizioni integrali, che hanno seguito la prima curata dall’Accademia dei Lincei nel 1884, non si contano le ricerche e le pubblicazioni sui vari fogli a cura di studiosi di tutto il mondo. Inoltre, dopo l’imponente lavoro di restauro del Codice, nel 2008, la Biblioteca Ambrosiana stessa ha organizzato ben ventiquattro mostre, presentando diversi raggruppamenti tematici corrispondenti ai molteplici interessi di Leonardo e contribuendo così a mettere a fuoco la portata e la natura del suo ingegno: ”Ingegno eccelso, poliedrico e dispersivo”, come lo definisce Cristina Acidini nella bella introduzione al catalogo. 

Trovare un nuovo percorso tematico, che fosse scientificamente fondato e sostenibile, non è dunque stato facile. Si è fatto invece un percorso a ritroso, partendo dalla città della mostra, Firenze, e andando a cercare nei fogli del Codice i tanti richiami al luogo d’origine, mai veramente lasciato e comunque mai dimenticato. Leonardo e Firenze, dunque. Non solo Leonardo a Firenze, ma anche Firenze con Leonardo, sempre presente nella sua mente, ovunque egli si trovasse – a Milano, nell’Italia del Nord e del Centro, a Roma, infine in Francia – attraverso le reti di protezioni, conoscenze, amicizie, corrispondenze e nel bagaglio che sempre si portava appresso, di esperienze e ricordi, il lavorìo progettuale, la continuazione dei quadri iniziati in patria.

I dodici fogli scelti, che non sono gli unici in cui si trovano richiami a Firenze, funzionano un po’ come fili d’Arianna, al contrario, che indirizzano il visitatore nei profondi meandri del Labirinto, anziché indicarne l’uscita. E come Labirinto si devono considerare i tantissimi aspetti del rapporto sfaccettato e molto spesso contraddittorio tra Leonardo e la città nel cui dominio nacque e nella quale trascorse gli anni fondamentali della sua formazione.  

Le carte in mostra sono state scritte tra gli anni Settanta del Quattrocento e la morte di Leonardo, nel 1519, e hanno tutte una straordinaria capacità evocativa. Grazie al contributo di esperti dei diversi argomenti trattati, di ogni foglio la mostra fornisce la motivazione per la quale è stato incluso, a partire dal primo che contiene la nota frase ”Sandro, tu non di’ perché tali cose seconde paiono più basse che le terze”, interpretata come una critica alla prospettiva di Botticelli e che rimanda ai tempi in cui i due frequentavano entrambi la bottega di Andrea del Verrocchio, gettando le basi di una confidenza, che tuttavia non escluse mai la rivalità. 

Leonardo da Vinci e Firenze
Fogli scelti dal Codice Atlantico
Palazzo Vecchio, Sala dei Gigli
29 marzo – 24 giugno 2019