Il giovane Yoshio

Definiti fumetti dell’io, in giapponese watakushi manga, i racconti custoditi nel volume a fumetti in bianco e nero Il giovane Yoshio (Canicola edizioni, 224 pagine, 19 euro) permettono al lettore di immergersi nei vividi ricordi di un’infanzia complessa, quella vissuta dall’autore Yoshiharu Tsuge nel Giappone del dopoguerra, in bilico tra l’insanabile crisi vissuta ogni giorno in ambito familiare, le sofferenze provocate dai maltrattamenti del patrigno e la speranza, mai sopita, di conquistare una vita diversa. Migliore. Primo di due volumi contraddistinti da storie a carattere autobiografico di Tsuge – classe 1937, pioniere del manga alternativo, è riconosciuto maestro del fumetto mondiale – Il giovane Yoshio si distingue come una pubblicazione coraggiosa. Scevra da lustrini e paillettes, pratica come nelle corde della stessa Canicola – associazione culturale bolognese che nelle scorse settimane ha lanciato la campagna di raccolta Dalla parte delle bambine per la realizzazione del fumetto Io sono il mare di Cristina Portolano (la piattaforma di crowdfunding è ideaginger.it) – quest’opera si ramifica lungo sei racconti (realizzati tra gli anni Settanta e Ottanta) ricchi di introspezione, dove la descrizione (tanto lucida quanto disincantata) delle realtà si avvicenda a momenti di puro lirismo.

Senza dimenticare la carrellata di ritratti grotteschi – tipici della cultura nipponica – che, singolarmente, si mescolano a garbate incursioni nella commedia. Esordio assoluto fuori dai confini giapponesi, Il giovane Yoshio segue, in ordine cronologico, il fortunato graphic novel L’uomo senza talento (224 pagine, 19 euro), sempre firmato da Tsuge, grazie al quale Canicola ha ricevuto il Gran Guinigi (Lucca Comics) come migliore iniziativa editoriale. Il volume narra l’esistenza di un uomo incapace di assicurare un futuro alla sua famiglia; un sognatore i cui progetti si concludono sempre nel modo peggiore, scontrandosi con la (ben più pratica) realtà. A conti fatti nulla a che vedere con Tsuge che, ritiratosi dalle scene nel 1987, è divenuto una figura di culto tanto nella madrepatria quanto nel resto del mondo, stimato non solo da fumettisti, ma anche da artisti e cineasti.

La sua opera esercita, ancora oggi, grande influenza sui suoi colleghi, orientali e non. Basti pensare a Igort, fumettista e editore di casa nostra, che lo descrive come «il Salinger del Gekiga – corrente underground del fumetto nipponico – schivo e ritirato, il pioniere di una narrazione asciutta condotta con poesia e durezza». E ancora, Chris Ware, tra le figure più rilevanti del fumetto, dell’illustrazione e del graphic design contemporaneo, spiega che «le storie di Tsuge rappresentano il culmine letterario della narrativa a fumetti». Esagerazioni? Nessuna. Nella semplicità del suo tratto e nella delicatezza dei suoi racconti, Tsuge è un artista unico, capace di ridefinire i limiti del manga contaminandolo, sapientemente, con la letteratura, le fotografie e il pensiero zen. Sei racconti (Galvanotecnica Ōba, Ragazzo, Al mare, Il geco, In affitto, Il giovane Yoshio) dai quali lasciarsi traportare con calma. Nell’epoca della fretta, qui l’imperativo è leggere con lentezza.

Info: www.canicola.net

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