D’Après la nature

Roma

A SpazioCima da martedì 17 a venerdì 27 aprile si presenta un’antologica di Virgilio Guzzi. La mostra D’Après la nature, curata e organizzata da Roberta Cima, si compone di circa venticinque opere, tra bozzetti e tele, che ripercorrono l’evoluzione stilistica dell’artista. Guzzi, scomparso 40 anni fa, attraversa i decenni più fervidi della storia mondiale dell’arte, parte da una impostazione ottocentesca per giungere alla sua personale scomposizione del reale. Il suo ”cubisme d’aprés nature”, come lui stesso ha definito il proprio stile, esplicita alla perfezione la sua ossessione architettonica nella riproposizione dell’immagine dipinta dal vero, fino a giungere alla scomposizione delle forme, provocando nuovi flussi creativi e interpretativi. Nell’arco della sua produzione, quindi, l’artista ha sperimentato stili totalmente differenti: da quello che rimanda a Courbet, al Cubismo, sino alla Scuola Romana, trovando poi forza e rifugio nel realismo manettiano. «Dipingere dal vero un’immagine della memoria, dipingere a memoria un’immagine del vero», l’ultimo periodo dell’operare artistico di Virgilio Guzzi, si riassume tutto in questa sua frase.

A SpazioCima vengono presentate opere di diversi periodi stilistici dell’artista, tra cui alcuni disegni di nudo. Questo tipo di opere sono realizzate alla fine degli anni Trenta e per tutti gli anni Quaranta, sono bozzetti o studi degli stessi quadri, spesso disegni autonomi. Guzzi studiava dal vero, disegnava e ridisegnava modelle in atteggiamenti e posture che riportava sulla tela. Il corpo nudo di donna diventa meditazione sul movimento, su uno sguardo, su una posa, su un muscolo in tensione. Nelle opere degli anni Sessanta e Settanta, invece, i chiaroscuri, tenui o violenti, si fanno macchie di colore diventando pure forme e contrasti.


 

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