Attraversando la mostra A Room and a Half di Laura Lima (Minas Gerais, 1971), nelle sale del Center for Contemporary Art Ujazdowski Castle di Varsavia, sembra di rivivere, uno a uno, gli aspetti descritti da Bruno Munari nelle pagine del suo celebre Fantasia, libro nel quale l’autore ripercorreva magnificamente le caratteristiche più importanti che contraddistinguono e stimolano la fantasia umana. Il progetto, il primo in Polonia dell’artista brasiliana, è infatti un grande cortocircuito di significati che spiazza, meraviglia, e fa tornare il visitatore, in fondo, un po’ bambino, ponendolo a contatto (anzi, all’interno) di un mondo surreale in cui deviare da ogni logica razionale per trovare il gusto della spontaneità e del gioco.
Ad aprire il percorso espositivo è una stanza piena di parti umane che penzolano dalle pareti: gambe, orecchie, mani (vere) che si muovono o restano immobili. L’effetto è straniante, divertente, poetico. Ognuno di questi arti, sintomi di un corpo dall’altra parte del pannello, invita l’osservatore a una interazione. L’atmosfera è bizzarra: odore di sigari, di whisky, di tabacco fresco si mescolano nell’aria, spingendo il visitatore all’interno un viaggio in cui i confini della percezione vengono messi piacevolmente alla prova sfocando, fino a farle confondere, le differenze tra realtà e illusione.
Altre due sale completano la mostra: nella prima, la carcassa di un gigante uccello nero giace senza vita, come caduto stremato dopo un lungo volo. La scultura è un lavoro creato a quattro mani da Laura Lima e Zé Carlos Garcia (Minas Gerais, 1980), artista e scenografo brasiliano. Anche in questo caso l’osservatore viene messo a contatto col surreale, posto di fronte all’ambiguo, lasciato abbagliato e sorpreso dal dubbio (di cosa si tratta?), ma soprattutto dall’assenza di risposte. Nell’ultima sala il tema del corpo umano, della sua straniante manifestazione, ritorna: è qui che una mano, attraverso una fessura nella parte inferiore del muro, cerca affannosamente di raggiungere un mazzo di chiavi che si trova leggermente al di là della sua portata. Il visitatore può ignorare o reagire alla visione, come se fosse all’interno di un sogno o di una fantasia infantile fatta di curiosità, paura ed euforia. A Room and a Half è nel complesso una mostra ben riuscita, che la dice lunga sul potere magico dell’arte, sulla bellezza di mettere in gioco lo spettatore considerandolo parte attiva. Un progetto, soprattutto, che riesce ad essere spettacolare pur senza spettacolo né provocazione, ma con la sola forza morbida e dirompente della vera poesia.
Fino al primo ottobre; Center for Contemporary Art Ujazdowski Castle, Varsavia; info: http://u-jazdowski.pl