Manet e la sua Parigi

Raccontare Manet e la Parigi moderna. Succede attraverso cento opere esposte al Palazzo Reale di Milano fino al 2 luglio. Emerge il ruolo centrale di Manet nella pittura moderna e il suo legame con intellettuali e artisti dell’epoca, insieme all’amore per la città di Parigi: Manet è il più parigino dei pittori e adora la sua città. Vivrà e lavorerà sempre nei pressi della Gare Saint-Lazare, nella nuova Parigi che si va costruendo giorno dopo giorno sotto i suoi occhi. A testimoniare quest’epoca non sono solo alcuni capolavori del grande artista ma anche altre opere di maestri coevi: Boldini, Cézanne, Degas, Fantin-Latour, Gauguin, Monet, Berthe Morisot, Renoir, Signac e Tissot. Artista con una visione dell’arte innovativa, un’arte capace di ritrarre la vita reale senza retorica, più volte incontrò i rifiuti del Salon, da cui sempre lo difese con passione l’amico Zola.

Si incontrano lungo il percorso diverse sezioni tematiche, tra cui quella dedicata alle marine che hanno un ruolo importante nella produzione di Manet: sono gli unici paesaggi che lo hanno affascinato, forse perché conosce il mare che ha solcato fin da ragazzo in un lungo viaggio in Brasile e ha frequentato spesso le spiagge francesi. Nella sezione dedicata alla natura inanimata sono esposti dipinti floreali tra cui Ramo di peonie bianche e cesoie del 1864, dipinte nella fugacità del momento in cui il fiore passa dalla vita alla morte. E uno spazio è dedicato anche all’arte spagnola che, insieme ai Tiziano e ai Rubens, esercita su Manet una forte influenza. Manet si reca i in Spagna nel 1865 e studia spesso i dipinti spagnoli al Louvre, in particolare Velázquez, che considera il pittore dei pittori. Testimoniano questo ispanismo le vesti della ballerina Lola Melea, nota come Lola di Valencia (1862), il cui fascino luminoso è paragonato da Baudelaire a quello di ”un gioiello rosso e nero”.

Nella sezione Il volto nascosto di Parigi è di scena la città dei caffè, delle strade, delle persone meno abbienti, che fa da contraltare al lusso e all’opulenza della vita borghese, protagonista delle sezioni successive. Spicca qui uno dei capolavori di Manet La cameriera della birreria (1878-1879), ritratto di una lavorante di brasserie che aveva colpito Manet. Il pittore la rappresenta in una posa seducente, come una sorta di escort ante litteram con il suo protettore. Nella sezione dedicata all’Opéra
 le opere sono dedicate al tempio dello spettacolo parigino: l’Opéra mentre in Parigi in festa sfilano quadri di artisti che frequentano le serate di gala nei teatri parigini: da Tissot con l’elegante Il ballo a Jean Béraud con Una serata (1878), perfetta illustrazione di una affollata e mondanissima soirée.

Nell’ Universo femminile sono presentati alcuni capolavori incentrati sulla donna rappresentata nei suoi momenti intimi. Di Manet è esposta la splendida tela La Lettura dove l’artista ritrae la moglie Suzanne e Léon figlio naturale della donna. Sempre di Manet troviamo il celeberrimo Il balcone che lascia perplessi pubblico e critica al Salon del 1869 anzitutto per la scelta dei colori accesi, ma soprattutto per la sconcertante assenza di un soggetto chiaramente definito. La sezione conclusiva della mostra è dedicata alle donne nelle strade parigine e ospita due opere di Manet: la tela Berthe Morisot con un mazzo di violette in cui l’artista riesce a trasmetterci la personalità magnetica della sua amica pittrice e un malinconico Ritratto di Nina de Callias. Una mostra affascinante, promossa e prodotta dal comune di Milano-Cultura, da Palazzo Reale e MondoMostre Skira, che ci fa respirare l’atmosfera della Parigi di fine Ottocento, protagonista il grande Manet, attorniato dai celebri artisti che ne hanno condiviso il percorso artistico e umano.

Fino al 2 luglio; Palazzo Reale, piazza del Duomo 12, Milano; info: www.palazzorealemilano.it

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