Si è conclusa la 22esima edizione della Fiera Internazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, che ha aperto le porte al pubblico da venerdì 31 marzo fino al 2 aprile. Il collezionismo italiano sembra riprendere vita e soprattutto acquistare una voce più forte in questo evento tanto atteso, sintomo della forte sensibilità estetica che caratterizza la cultura italiana e di cui a volte, cause esterofilia divampante, ci si dimentica.
Miart si propone sempre meno come un evento fieristico e sempre di più come una kermesse culturale fatta di incontri e apprendimento. Quest’anno, sotto la nuova direzione presa in carico da Alessandro Rabottini, la fiera ha proposto un percorso dai primi del ‘900 fino agli anni in cui viviamo, dando allo spettatore la possibilità di assaporare l’evoluzione del savoir-faire artistico tra virtuosismi ed eccessi. Ad elevare la caratura di Miart 2017, 20 nuove gallerie di prestigio internazionale, tra le quali Art: Concept di Parigi, A Gentil Carioca di Rio de Janeiro, Zeno X di Anversa e Marianne Boesky di New York. Altre novità riguardano il doppio dei premi delle edizioni precedenti, le 60 personalità tra direttori e curatori dei musei inclusi nei talks e nelle giurie dei diversi premi nonché la cifra di 100.000 euro del Fondo di Acquisizione Fondazione Fiera Milano che rende possibile l’acquisto di nuove opere a beneficio della collezione della Fondazione stessa.
Come da tradizione, la fiera si è presentata al pubblico suddivisa in sezioni, rappresentate quest’anno da 6 principali. Established riflette gli artisti più amati nell’art world, tra coloro che hanno lasciato un segno nel passato in Masters e chi ancora vive e genera clamore nel presente in Contemporary. Alla categoria Generations, che prima si chiamava THENnow, partecipano coppie di gallerie che mettono in comunicazione artisti di generazioni ed epoche distinte. Decades sposta invece l’attenzione sul ruolo delle gallerie attraverso il XX secolo in un itinerario che va di dieci in dieci anni fino agli anni ’80 e ’90. Accanto alle gallerie di stampo tradizionalista, con una presenza di De Chirico che non rimane inosservata, molte, per fortuna, quelle che lanciano gli artisti nuovi e meno conosciuti nell’area Emergent. Da Clima Gallery presente Matteo Nasini e suoi sogni trasformati in sculture di ceramica con Sparkling Matter, opera sorprendente e vincitrice del Talent Prize 2016.
Si prosegue con On Demand, sezione che attraversa orizzontalmente tutte le altre e nella quale le gallerie imparano a vivere dell’interazione tra contesto e acquirente esplorando la dimensione della possibilità dell’esistenza di un’opera. Nello specifico, le gallerie si propongono come spazio in cui l’artista pone in essere opere site-specific, performances, lavori su commissione o non compiuti, sfidando in qualche modo la curiosità e capacità creativa del collezionista. Ad esempio, Riccardo Buscarini per la galleria londinese Nahmad Projects invita i visitatori a sedersi sul suo letto e racconta loro sogni colorati di desideri, paure e intime sensazioni. Saranno i visitatori/ascoltatori stessi poi a indovinare a quale tra i capolavori di De Chirico e Ernst classicamente appesi alle pareti hanno ispirato la storia narrata. La novità di quest’anno è stata Object, che ha messo in scena gallerie promotrici del design di ricerca, del limited edition e delle arti decorative. Tra queste figura la milanese Nilufar, con una selezione dei primi capolavori di Gio Ponti, un magnifico tavolo di Martino Gamper e ceramiche della Richard Ginori. Per la realizzazione di questa sezione le gallerie partecipanti dovevano installare gli stand avendo in mente la casa di un collezionista, creando così una sequenza di rimandi e occhiolini con il design, settore in crescita e da sempre faro dell’eccellenza creativa italiana.
Ma non è tutto. Assegnati anche diversi premi, per la prima volta il Premio CEDIT per Object al miglior designer emergente italiano Duccio Maria Gambi, della Nero design gallery di Arezzo. Una giuria internazionale, composta da Silvana Annicchiarico (Direttore, Triennale Design Museum, Milano), Deyan Sudjic OBE (Direttore, Design Museum, Londra) e Stefano Torrenti, CEO Florim Ceramiche S.p.a, Modena), ha invece deciso di acquisire l’opera Retrostoricpo | Zuperfici Collection del 2017, che entrerà a far parte della collezione permanente del Triennale Design Museum di Milano. Ad aggiudicarsi il Premio Rotary Club Milano Brera per l’Arte, le due artiste Anna-Bella Papp e Ruth Wolf-Rehfeldt, rispettivamente per le opere Untitled, 2014 e Strukturblätter, anni ’80. Il riconoscimento On Demand, nato quest’anno accanto alla nuova sezione trasversale di miart, dedicata a opere che vivono della relazione con il contesto e con l’acquirente, il progetto di Massimo Grimaldi presentato dalla galleria Zero… di Milano.
Insomma, in queste giornate primaverili Milano si nutre di e nutre a sua volta eventi culturali e mondani, al chiuso o en plein air, tra BIT Milano e il Salone del Mobile alle porte, attirando su di sé occhi e voci dalla stampa nazionale e straniera. La città meneghina non sembra arrestare la sua scalata come città creativa nel panorama internazionale, e in particolare, europeo, inarrestabile tra arte contemporanea, design, lusso, food e con prime avances nel cinema e nella tecnologia.
Qui il nostro video della fiera: insideart.eu/2017