The Wicked+The Divine

Una saga mistica in chiave pop, tanto avventurosa quanto edonistica. Un volume pubblicato con cinque copertine differenti, il cui intento è quello di spiazzare il lettore attraverso una storia permeata di glam rock e di personaggi dalla forte carica sensuale. Benvenuti nel magnifico universo creato da Kieron Gillen (testi) e Jamie McKelvie (disegni), autori di una serie particolarmente attesa in Italia: The Wicked + The Divine (Bao publishing). Già a partire dal primo volume, Presagio Faust (176 pagine, 18 euro), attualmente nelle librerie, ci si rende conto di come questa non sia una storia per tutti, bensì un complesso lavoro a fumetti che strizza l’occhio alla morte, alla creatività e al pop.

Kitsch quanto basta (ma poi chi decide qual è il limite?), il libro prende il là dalle vicende di dodici divinità – «ciascuna con un’idea differente di che cosa siano il talento e l’arte nei confronti di una fine incombente», precisa Gillen – che, ogni novant’anni, si reincarnano in forma mortale in altrettanti ragazzi (prendendo in prestito anche piercing, abiti di lusso, tatuaggi e accessori alla moda). Questi vengono adorati oppure odiati fino all’eccesso, declinandosi in icone pop giovanili. Con una durata di vita, però, limitata ad appena due anni. Due anni nei quali concedersi totalmente, bruciando la propria esistenza senza alcuna remore.

Rappresentati come delle divinità-popstar – che però, sottolinea McKelvie «è soltanto un punto di partenza, perché poi il personaggio prende vita da solo, diventando davvero se stesso» – sono ispirati a differenti figure musicali. Ed ecco nel primo volume la storia di Laura, una ragazzina infatuata della figura degli dèi del Pantheon, che si ritrova coinvolta nel disperato tentativo di scagionare Lucifero – il personaggio cita David Bowie – da un’ingiusta accusa di omicidio.

Spiegano Gillen (giornalista e sceneggiatore britannico, creatore di molte serie di successo) e McKelvie (disegnatore britannico noto per aver illustrato Phonogram e la testata Marvel young avengers, entrambe scritte da Gillen): «Il punto di The Wicked + The Divine è che tutti noi abbiamo una scadenza. Perché qualcuno dovrebbe scegliere di passare la propria breve esistenza da artista, allora? Questa serie è la risposta drammatizzata alla domanda». Incalza Gillen: «L’idea di base mi è venuta fuori una settimana dopo che a mio padre è stato diagnosticato il cancro. Dunque è stata la mia risposta iniziale al dolore». Certo, i fumetti sono sempre di più parte integrante della cultura pop, e non sorprende che siano influenzati dalla musica, dalla tv, dal cinema e dalla moda. Non fa difetto questa serie, ponendo (anche) un dubbio legittimo: si tratta di un omaggio oppure di una satira sulla celebrità?. Risponde Gillen: «È entrambe le cose, anche se c’è una apparente contraddizione. E qui sta il nocciolo della questione: essere un supereroe è come essere una divinità, ed essere una divinità è come essere una popstar, ed essere una popstar è come essere un supereroe». Chiaro, no?

Info: www.baopublishing.it

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