È la terza volta che la Galleria Alessandra Bonomo ospita una personale dell’artista statunitense Joan Jonas. La nuova mostra Minds of their own, ideata appositamente per lo spazio capitolino, sarà visitabile fino a febbraio. Il lavoro recente dell’artista si concentra sulla fragilità della natura e il suo delicato legame con la condizione umana, come già nella performance della Biennale di Venezia del 2015, alla quale la mostra è evidentemente ispirata Jonas nata a New York nel 1936, ha fatto parte dell’avanguardia newyorkese degli anni ’70, partendo dalla scultura per poi distinguersi come performer. Figura emblematica nell’arte americana sarà lei una delle prime a inserire all’interno delle sue performance l’uso del video, dimostrandosi un artista innovativa ed eclettica.
Il video in mostra, tratto da una performance, interagisce, come di consueto, con elementi vecchi e nuovi, oggetti diversi trovati o disegnati dall’artista. Nei suoi video la voce dell’artista e la musica da lei scelta, come quella del jazzista e compositore newyorkes Jason Moran, creano un filo continuo con la narrazione. La video proiezione (l’opera centrale della mostra) è un invito a riflettere sull’affinità delicata e labile che intercorre tra la fragilità della natura e quella umana. Come in altri suoi video, anche questo, si caratterizza per un’inarrestabile fluire di suggestioni, rimandi e intrecci semantici, attraverso uno stile delicato e poetico dove corpo, video, musica, disegni, fotografia e oggetti concorrono a creare un percorso di senso.
Lo spettatore si troverà a girare in un ambiente immersivo tra oggetti e disegni. Diverse piccole quinte specchianti riflettono le proiezione e gli spettatori. L’evidente relazione tra il video, i disegni e gli oggetti sparsi è funzionale per sprofondare nell’ovvia anche se da molti dimenticata relazione natura/uomo; in un ambiente dove spazio e tempo sono intesi come materiali scenici. In mostra diversi disegni a china colorata; si tratta di animali: uccelli, tartarughe, pesci e cavallucci marini, il cui contorno è delineato da tremolanti taglienti linee. Poetici animaletti solitari sul foglio bianco sembrano richiamare l’attenzione dello spettatore invitato a riflettere sulla loro libera e fragile essenza. Su tavolini sono dislocati fogli, immagini e cartoline, elementi fruibili per lo spettatore come materiale di studio/riflessione, oggetti già usati dall’artista nella performance.
Cominciando dalla danza e dai video in bianco e nero, nei quali utilizza il corpo e il movimento come unico mezzo espressivo, Jonas evolve continuamente il proprio linguaggio, ampliando costantemente la sua ricerca con nuovi codici espressivi, influenzati dai suoi viaggi in particolare quelli in Islanda e in Giappone. Attualmente l’artista vive e lavora a New York e insegna al Massachusetts Institute of Technology. Tra le sue ultime apparizioni in Italia, si segnala la mostra Light Time Tales all’Hangar Bicocca di Milano nel 2014 e la partecipazione alla 56′ Biennale di Venezia nel 2015, in cui ha rappresentato gli Stati Uniti e vinto un premio per la sua installazione nel padiglione americano.
Fino a febbraio; Galleria Alessandra Bonomo, via Del Gesù 62, Roma; info: www.bonomogallery.com