Karim Rashid, Think present

Ore 17:30, 18 novembre, si aprono i cancelli dell’Auditorium del Massimo all’Eur per lasciar entrare una folla di spettatori al RUFA Contest, il concorso di Visual Art, Design e Media Arts, ideato e promosso da RUFA- Rome University of Fine Arts. L’evento porta a Roma ogni anno un grande ospite internazionale che possa raccontare la sua poetica e selezionare il vincitore del concorso tra gli studenti dell’accademia. Protagonista quest’anno, dopo Stefan Sagmeister, ospite della scorsa edizione, Karim Rashid, celebre designer canadese, che sul palco capitolino presenta al pubblico la sua poetica, la sua filosofia, le sue creazioni, che hanno rivoluzionato l’idea di design contemporaneo.

Una partenza in grande stile, quest’anno, quella dell’Accademia, che ha aperto la strada al designer con una performance collettiva iper-tecnologica per introdurre il tema scelto per questa edizione del concorso: How deep are your roots? Represent the courage to change (Quanto sono profonde le tue radici? Racconta il coraggio di cambiare).
«Ho vissuto da piccolo a Roma, Londra, Toronto, Milano, New york: queste sono le mie radici», così comincia Rashid il suo spettacolo. Eccentrico e visionario, conosciuto ai più per il suo tocco cromatico inconfondibile, quello del rosa, per il RUFA contest si è presentato con un outfit total white portando subito lo spettatore al centro della sua ricerca: «Siamo nell’epoca digitale, viviamo uno scisma tra analogico e digitale. Dobbiamo essere più coscienti delle potenzialità della tecnologia, perché è un’evoluzione organica della natura stessa e arriverà tra un nanosecondo. Ma non voglio parlare del futuro, né della nostalgia del passato, tutto quello che possediamo è il presente».

Ed è proprio la tecnologia, per Rashid, la base della creatività: «Dovete svegliarvi domani mattina e fare qualcosa che nessuna di quei 7,4 miliardi di persone nel mondo ha mai fatto. Non vi fa sentire importanti? A me sì». Una filosofia che il designer ha abbracciato a 360 gradi e che rende le creazioni di Rashid sinonimo di inventiva, estro e tendenza: dall’illuminazione (Artemide o Fabbian), all’arredo (Bonaldo o Vondom), all’hi-tech (Asus o Samsung) fino ai locali (Morimoto a Philadelphia; Hotel Semiramis ad Atene o l’Hotel Nhow a Berlino). Prodotti che, come vere e proprie opere d’arte, sono entrate a far parte delle collezioni più prestigiose del mondo, come il MoMa di New York, o in luoghi pubblici, come la monumentale decorazione della Stazione metro di Napoli “Università”.

Scorrendo alcune delle sue più significative creazioni, ha condotto lo spettatore all’interno della sua ricerca che ha sovvertito le regole del design con uno stile fatto di linee morbide e curve, prevalentemente in plastica e gomma: «Non credo nella griglia: sono simmetrico, organico, amorfo. Una linea retta non esiste in natura. Perché continuiamo ad andarle contro?». Proprio il tema della natura sembra essere un fil rouge nel pensiero di Rashid: «C’è un masterplan che ci ha condotto all’epoca digitale per sopravvivere, ci siamo arrivati per salvare la terra. Se vogliamo fare qualcosa di importante per il mondo, dobbiamo lasciare tutto ciò che è materiale, nell’era digitale tutto è dematerializzato. Il superfluo è un ostacolo alla vita reale. Questo significa libertà».

Ma Rufa Contest non è solo uno spettacolo, è anche un momento di riconoscimento importante per gli studenti che frequentano l’accademia. Come da nome, infatti, si tratta della conclusione di un percorso creativo che ha visto gli alunni Rufa confrontarsi con il tema di quest’anno. Al termine dello show Rashid ha premiato il vincitore del RUFA Contest 2016, Riccardo Quattrociocche con il lavoro Guardarsi: «È stato molto difficile scegliere – ha spiegato il designer – ma questo video ha toccato il mio cuore. È emozionante, potente, durissimo, tutte le emozioni che l’arte dovrebbe regalare».

Ma Quattrociocche non è stato l’unico studente a salire sul palco. Insieme a lui, sono stati premiati altri talentuosi giovani artisti dell’accademia dai partner del concorso. Sky Arte Hd ha riconosciuto in Contrattempo di Elisa Selli un lavoro «diretto e artisticamente molto equilibrato». Mtv ha scelto invece come premio speciale Now I Am di Gabriele Caterini: «Un’opera coraggiosa che incontra i nostri stessi valori». Fandango non poteva che selezionare il lavoro di Lorenzo Squarcia, Going forward through the past: «Il nostro lavoro è cercare nuovi talenti, è stata dura ma questo progetto si avvicina molto a quello che facciamo noi». Un tema meraviglioso dai tratti poetici e particolarmente attuale quello per cui ha optato invece Olivetti, Il mio nome è Tarek, firmato da Claudia Rolando. Roberta Bartolomucci è invece il premio speciale Inside Art, con un’installazione da cui emerge un’interpretazione intelligente sul tema del contest. Radici sociali, questo il titolo, è un’analisi incentrata sul concetto di memoria e relazioni nell’era dei Social Network.

Radio Globo ha scelto Lorenzo Squarcia che così si aggiudica il secondo premio del concorso con il progetto Going forward through the past; «C’è tutto in questo lavoro: il passato, le radici e il futuro». Per il premio giuria, conferito dal direttore di Rufa insieme ad alcuni dei più importanti direttori dei musei italiani è stato dato ad Alain Parroni con Anywhere at home: «Parroni è un vero talento, ci ha colpito molto: del resto, chi non amerebbe mettersi in testa un vaso di Pandora e rivivere ricordi in tre dimensioni Una serata densa di emozioni, all’insegna della conoscenza: il design, grazie a Karim Rashid, è diventato più familiare.

 

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