Professor Bad Trip

Forse il Professor Bad Trip all’indomani della vittoria di Donald Trump alle presidenziali U.S.A, avrebbe messo la testa del rosso tra quelle della serie di collage I Potenti dell’Impero Androide (capi spirituali o politici che già nel 1986 popolavano parte dei suoi incubi) o forse l’avrebbe dipinto tra le fiamme e i mutanti. Come lui stesso diceva, la sua non era una posizione sociologica o politica, ma poetica.

Punto di riferimento essenziale per la scena dell’illustrazione, creativo poliedrico dal talento sorprendente, Gianluca Lerici aka il Professor Bad Trip è stato un artista cresciuto nell’underground italiano dei ‘70/80. La sua arte non ha mai ricevuto un riconoscimento ufficiale in vita e purtroppo inizialmente nemmeno dopo la sua morte, tanto che per organizzare nel 2009 una mostra al Museo di Arte Contemporanea della sua La Spezia, ci volle una petizione.

Nel decennale dalla sua scomparsa la Tekè Gallery di Carrara di ha voluto portare la sua grande retrospettiva, A Saucerful of Colors, in una seconda tappa (Lesson #2) a Roma, a Palazzo Velli, esposta inizialmente a Carrara (Lesson #1) a Giugno di quest’anno. La mostra è un Wonderful Trip nella vita dell’autore (citando Giuseppe Genna nel suo saluto all’artista), nel percorso i primi collage degli anni ’80 di ispirazione pop e dadaista, le chine a rivelare ancora meglio il tratto minuzioso e lucido, le tavole di fumetti che svelano il talento di paroliere a rivelare pensieri e polemiche del ragazzone punk con le tasche piene di riviste e dischi anarchici.

Il Wonderful Trip prosegue nel mondo delle sue fanzine, delle copertine dei bootleg, della musica anarco-punk, tra le sue tele a spettinarci con vortici, organismi mutanti, robot, piante carnivore e finestre lisergiche piene di colori vibranti e ipnotici. Poi le magnifiche culture e le teste cyberpunk che aveva preparato per la mostra ispirata a Philip Dick (uno dei suoi autori preferiti assieme a Ballard e Burroughs), purtroppo mai realizzata.

Ma sono le parole dei direttori di magazine, dei pittori, dei fumettisti, dei musicisti, degli autori con cui ha condiviso pezzi di vita, a farci continuare il magnifico viaggio nell’universo di Lerici e dell’Italia delle controculture dagli anni ‘80 ai primi 2000. Artisti, giornalisti e amici con cui aveva intessuto relazioni fatte di disegni e parole affidate esclusivamente alla corrispondenza su carta, da personaggio semplice e geniale quale era «capace di tirar fuori arte sulle cose peggiori, con il suo raffinatissimo trash» come racconta Enrico Sturani, collezionista e storico della cartolina con cui Gianluca scambiava disegni e ispirazioni.

«Se Gianluca fosse nato e cresciuto negli Stati Uniti oggi, figurerebbe in copertina su Juxtapoz tra le star del Low Brow» sono le parole di Vittore Baroni, suo grande amico e agitatore culturale attivo dai ’70 tra arte, musica e controcultura (Luther Blisset, Lieutenant Murnau), nonché autore di una storica intervista Apocalittica a Bad Trip. Invece il CaMec di La Spezia continua a ignorare le immagini del pirotecnico professore del fumetto, che il computer lo odiava e con la sua arte popolare ha raccontato i segni di un mondo cannibalizzato dal potere e l’allucinazione reale del futuro di una società – davvero – mostrificata.

Dall’11 novembre al 3 dicembre ;palazzo Velli, piazza di Sant’Egidio 10, Roma; info: www.palazzovelliexpo.it