Nulla dies sine linea

Triennale Design Museum presenta Antonio Marras: Nulla dies sine linea, una mostra antologica composta dalle opere d’arte realizzate negli ultimi vent’anni dallo stilista Antonio MarrasPiù volte, Marras, ha partecipato a esposizioni ed è stato organizzatore di mostre ed eventi. Vincitore del Premio Francesca Alinovi, protagonista di una delle ultime Biennali di Venezia, si colloca al centro di un universo poetico teso fra linguaggi diversi, sospeso tra sconfinamenti da una materia all’altra, da una tecnica all’altra, da un’espressività all’altra. Il titolo dell’esposizione, Nulla dies sine linea, è tratto da una famosa frase di Plinio il Vecchio riferita al pittore Apelle che “non lasciava passar giorno senza tratteggiare col pennello qualche linea” e suggerisce come lo stesso Marras abbia sempre affiancato alla sua attività di stilista quella di artista. Scrive nel suo testo Francesca Alfano Miglietti, curatrice dell’esposizione: “Per Marras tutto diventa materiale artistico: la sua storia personale, la sua isola, i suoi cani, gli orizzonti, il mare, la storia, gli stracci, i rapporti, le relazioni. Tutti gli ambiti che ha avvicinato, o da cui è avvicinato, divengono materiali da usare al pari del collage, della fotografia, dell’objet trouvèe, della pittura, della scultura, dell’installazione. Materiali con cui ha un rapporto fisico, uno scontro corpo a corpo, con cui conduce quello scontro capace di far nascere un incontro. Un incontro unico e personale.” 

Nello specifico sono esposte, insieme a una serie di installazioni edite e inedite, rielaborazioni di più di cinquecento disegni e dipinti, realizzati nel corso degli anni e montati su vecchie cornici. Marras è intervenuto su ciascuna opera, tessendola con le più disparate stoffe e appendendo lungo le pareti della Curva della Triennale questa incredibile quadreria, testimone e al tempo stesso narratrice della vita raccontata nelle “stanze”, installazioni con finestre, porte, pertugi, abitate da vecchi abiti e oggetti di varia natura e foggia. In un allestimento fluido, esso stesso un’opera d’arte, che si estende per più di 1200 metri quadrati, sono esposti anche gli incontri e le relazioni di Marras, come quello con Maria Lai e Carol Rama, due figure che hanno per prime sollecitato Marras a esporre opere tenute segrete. A concludere il viaggio il racconto di una vita da nomade. Centinaia, migliaia di disegni, schizzi, frammenti realizzati negli anni durante i suoi innumerevoli viaggi: memorie di sguardi, mappe, voci, silenzi, pensieri, mondi. Quaderni, album, diari riempiti di colori a testimoniare una creatività infinita e mai sedata. Fino al 21 gennaio; Info: www.triennale.org