Colosseo, la porta d’Oriente

Roma

È iniziata oggi a Roma la grande operazione culturale Rinascere dalle distruzioni. Ebla, Nimrud, Palmira, che ha portato al Colosseo la straordinaria ricorstruzione in scala 1:1 di tre importantissimi manufatti distrutti o danneggiati dalla furia iconoclasta in Medio Oriente: il Toro di Nimrud, il soffitto del Tempio di Bel a Palmira e la sala dell’Archivio di Stato del Palazzo di Ebla, tutti monumenti distrutti dall’Isis. L’inaugrazione è avvenuta in una suggestiva atmosfera negli interni del Colosseo, resa ancora più teatrale dal fascino della capitale bagnata dalla pioggia. C’erano tutti, dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella al ministro della Cultura Dario Franceschini fino al ministro degli Esteri Paolo Gentiloni. E poi, naturalmente, gli artefici di questo progetto. Da Francesco Rutelli, presidente dell’associazione Incontro di Civiltà, a Paolo Matthiae, che guida il Comitato Scientifico dell’associazione, fino a Francesco Prosperetti, Soprintendente speciale per il Colosseo. Ma, soprattutto, c’era colui che ha reso possibile questo ambizioso onumentale lavoro, il prof. Emmanuele F.M Emanuele, presidente della Fondazione Terzo Pilastro Italia-Mediterraneo, che ha finanziato, con 160mila euro, spalmati in tre anni, questa meraviglia. (Per leggere il servizio sulla presentazione clicca qui).

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Insieme a tutti loro anche i veri monuments’men del terzo millennio, gli architetti Roberto Meschini e Matteo Fabbri della TryeCo, la società specializzata in ricostruzioni innovative e tecnologiche di beni culturali. In questa intervista ci spiegano quali sono state le fasi di questa affascinante costruzione.

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La mostra è visitabile fino all’11 dicembre al Colosseo.

 

 

 

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