È solo amore

Nata nelle Alpi Francesi, la regista e fotografa autodidatta Sophie Ebrard ha seguito il regista Gazzman per quattro anni in giro per i set dei film porno di mezzo mondo, scattando fotografie delle scene e del dietro le quinte. Le fotografie erano state esposte solo tra le mura di casa sua nel 2015 e quest’anno Sophie ha mostrato la serie per la prima volta al festival di Amsterdam Unseen Photo Fair, dove il lavoro è stato presentato con successo al grande pubblico della fotografia. L’abbiamo intervistata per capire com’è nata la sua curiosità per questo mondo.

Quando ho visto il tuo lavoro mi sono molto incuriosita: It’s just love è al di là del nudo, come ti sei avvicinata ai contesti in cui hai dovuto scattare?
«Prima di realizzare It’s Just Love ero alla ricerca di un progetto su sesso e la nudità, i confini del mio lavoro mi sembravano troppo definiti e volevo spingermi fuori dagli ambienti in cui ero solita scattare. Una sera sono stata ad una festa per scambisti con il mio ex-agente e non avevo mai visto qualcuno fare sesso davanti a me, sono rimasta incantata a guardare il modo in cui i loro corpi si intrecciavano e ancora oggi ricordo la scena perfettamente. Non fraintendermi, non era per il sesso, tutto quello che vedevano i miei occhi era la bellezza della nudità e non l’atto in sé. I miei occhi riconoscono la bellezza ovunque, è radicato dentro di me. Gran parte del mio lavoro consiste nel trasformare una situazione apparentemente normale in qualcosa di meraviglioso. Nel caso del porno, le persone pensano che sia qualcosa di squallido ma sono riuscita a trovare la bellezza anche lì».

Il risultato è stato diverso da quello che ti aspettavi?
«Le immagini sono bellissime, secondo me. Non vedo erotismo o sensualità a tutti i costi, non so esattamente perché. Vedo umanità e umorismo, invece».

It’s Just Love è un progetto basato su una intimità profonda: scatti sui set dei film porno entrando nelle scene dei protagonisti e nei loro momenti di riposo, è forse questa la chiave che ti ha spinto a presentare il lavoro inizialmente solo tra le mura di casa tua?
«L’idea di mostrare le immagini nello spazio bianco di una galleria non mi piaceva. Perciò ho deciso di presentarlo a casa mia e farne una vera e propria esperienza per il pubblico. Volevo che le persone potessero provare per un attimo le sensazioni che avevo provato io. Sono moltissimi i preconcetti attorno a questo settore, ho pensato che comunicare al pubblico che sono una ragazza normale li avrebbe aiutati ad assumere un punto di vista differente. Ho lavorato con Gina Geoghegan un art director, per creare l’effetto di un French Boudoir abbiamo aggiunto musica, odori e immagini in movimento per arrivare a ricreare un’esperienza completa».

Quali le reazioni alla mostra?
«Si sono divertiti moltissimo. Alcuni di loro hanno lasciato commenti entusiasti, come <<grazie per questi quattro anni di porno!»

It’s Just love, come mai questo titolo?
«Come tanti altri, anche io avevo diversi preconcetti sul porno, mi ha sorpreso la quantità di amore e cura che ho trovato sul set, dove è nata anche una storia tra due attori che adesso si sono sposati. L’ho chiamata così quando ho capito che è vero amore».


Cosa c’è dopo It’s Just Love?
«Domanda interessante. Ad essere sincera, mi piacerebbe trovare un progetto nella stessa direzione. Vorrei continuare a fotografare corpi nudi».

Dice il vero chi afferma che il nudo, fotografato dalle donne, è tutta un’altra cosa?
«Secondo me c’è più delicatezza e gusto quando a scattare è una donna. Credo che le mie immagini siano più curate di quanto potrebbero esserlo se fossero realizzate da un uomo. Ma non so spiegarti bene il perché».

Articoli correlati