È passato più di un secolo da quando Francesco Balilla Pratella pubblicava i primi manifesti di musica futurista: “Proclamiamo – scrive nel 2011 – che i diversi modi di scala antichi, le varie sensazioni di maggiore, minore, eccedente, diminuito, e che pure i recentissimi modi di scala per toni interi non sono altro che semplici particolari di un unico modo armonico ed atonale di scala cromatica”. Enarmonia, asimmetria ritmica, il rumorismo, sono solo alcuni degli elementi di rottura con il linguaggio musicale tradizionale riconducibili al movimento futurista. Un’eredità che non si ferma ai primi del Novecento, ma che percorre tutto il XX secolo, fino ad arrivare alla musica concreta degli anni ’60, per poi sfociare negli esempi più contemporanei di musica elettronica. Daniele Lombardi, pianista, compositore e artista visivo di fama internazionale, ha sempre subito il fascino della musica delle avanguardie storiche, passione che l’ha portato ad eseguire un grande numero di composizioni di musica futurista italiana e russa in tutto il mondo e a percorrere un sentiero artistico totalizzante, aperto a contaminazioni e sperimentazioni multimediali.
Per questo, l’elegante e accogliente spazio romano del Margutta Vegetarian Food&Art ospita, a partire dal 4 marzo, la mostra FuturParoLibere + Daniele Lombardi, una rassegna che fa riflettere sull’attualità che i precetti futuristi possiedono tutt’oggi, mettendo a confronto una serie di opere di Lombardi con una selezione di riproduzioni di tavole parolibere di grandi nomi della storia dell’arte quali Marinetti, Depero e Steiner. Curata da Francesca Barbi Marinetti, l’esposizione è un omaggio al percorso dell’artista ma non solo: «Mi sembrava importante – spiega la curatrice – mettere in rilievo l’aspetto visuale della sua produzione. La musica di Lombardi è senz’altro riconosciuta a livello internazionale, ma c’è tutta una parte grafica che merita uguale attenzione». In esposizione, alcuni suoi lavori degli anni Settanta, come la serie Per voce e In-Intr-a, affiancati a opere più recenti, come le cinque tavole di Divina.com che mostrano come segno, gesto e musica nella sua arte suonino all’unisono. Spartiti, Parole in libertà e disegni che, a vederli appesi alle pareti, mostrano le profonde influenze che il futurismo ha avuto sull’arte Lombardi, il quale ha saputo personalizzarne la poetica e farne proprio il linguaggio formale. Con un’apertura coraggiosa verso le contaminazioni, l’arte di Lombardi guarda con un occhio al passato e con un altro intorno sé, stando al passo con le necessità attuali e i cambiamenti dell’arte. Scriveva ancora Pratella nel manifesto del 1911: ” “C’è chi nasce vecchio, spettro bavoso del passato” e questo certo non si può dire di Lombardi.