«Non considero il mio lavoro l’esito di una ”urgenza”. Se così fosse mi riterrei una persona comune, che sente il bisogno di esprimersi in risposta ad eventi specifici. È più come scavare, e le storie che compongono Abraxas vengono da questo». Parole di Nicolò Pellizzon, già autore delle graphic novel Lezioni di anatomia (Grrrzetic editrice) e Gli amari consigli (Bao publishing), pubblicate nel 2012 e nel 2014, che adesso firma un nuovo, conturbante volume: Abraxas (64 pagine, 13 euro). Stavolta autoprodotto. «Non è la prima volta che mi produco un libro – precisa Pellizzon – se consideriamo Before the wolves e Bad choices. In questo caso si tratta di storie sparse in diverse antologie e ritenevo giusto mantenessero lo spirito iniziale, che partiva e si concludeva con me».
Abraxas, infatti, raccoglie alcune storie realizzate dall’autore nell’arco di sette anni, dal 2010 al 2016, e un racconto inedito di venti pagine. Nel dettaglio, una fotografa cerca di catturare una stanza percepita in sogno, poco prima di entrare nel sonno profondo; una ladra su commissione scopre delle analogie tra dipinti realizzati in epoche e luoghi diversi; i figli di un professore di fisica vengono a conoscenza di una struttura interiore che potrebbe permettere di dare forma all’immaginazione; i nostri discendenti combattono una guerra millenaria per salvarsi dall’estinzione; la giovane Aziel capisce di aver intrapreso un percorso attraverso i suoi amori, dentro il suo vuoto. «Le storie che presento in Abraxas parlano di una dimensione interiore composta da diversi elementi spirituali-dimensionali. I principali sono uno specchio che canalizza le energie creative e una piccola voragine che si nutre di ciò che arricchisce le nostre vite. È la proiezione dentro di noi di un’entità-struttura più ampia, situata al centro dell’universo. Un buco nero chiamato Grande nulla», spiega l’autore che, in merito alla relazione tra l’ultimo lavoro, Lezioni di anatomia e Gli amari consigli sottolinea: «Si incastrano tra loro, anche se sono generi diversi. Abraxas è il più psicologico dei tre e il più diretto. Si potrebbe dire che è una sotto trama di entrambi i libri precedenti». Quindi una precisazione sulla scelta del bianco e nero – «costa meno dei colori e rispetta le cose già pubblicate» – e su quelle che possono essere le sue fonti d’ispirazioni artistiche. «Non penso ci sia qualcosa che mi influenza direttamente, succedeva quando ho iniziato, forse. Ora tutto si mescola e non sono più cosciente del modo in cui escono le idee. Però ho degli artisti di riferimento, tra cui Grimes, Jesse Kanda, David Lynch e David Cronenberg», conclude Pellizzon.
Info: pellizzon.isoverse.us