Residenze d’artista in Puglia

Sono state inaugurate il 10 ottobre le mostre a conclusione della II edizione di Movingart&Openspace, concorso internazionale per residenze d’artista in Puglia. A dar vita al progetto è stata ancora la collaborazione tra Fondazione Museo Pino Pascali e i comuni baresi del Sistema Ambientale e Culturale (SAC) – Conversano, Rutigliano, Mola di Bari e Polignano a Mare. Quattro location, dodici artisti provenienti dall’Italia e dall’estero e due curatori “autoctoni”, Edoardo Trisciuzzi e Nicola Zito, a coordinare il tutto. Fatte le presentazioni e dichiarati i numeri che hanno caratterizzato questo ciclo di residenze sul territorio pugliese, ecco le impressioni di Pierpaolo Miccolis (Noci, 1985), Endri Dani (Shkodra, 1987) e Chiara Cunzolo (Livorno, 1988), tra gli artisti partecipanti.

Per voi la residenza si è svolta insieme a Rutigliano, giusto?
C.C: «Sì, dopo un primo momento gli artisti sono stati divisi in gruppi da tre per ognuno dei quatto comuni, dando vita a quattro mostre distinte. Noi non ci conoscevamo e provenivamo da background diversi, ma è stato interessante lavorare insieme e vedere il modo in cui ognuno, con il medium di riferimento, si è rivolto al tema centrale della residenza: l’arte, la natura e il territorio pugliese».

Il tema del legame con il territorio è stato per voi una nuova sfida o era un elemento già forte nella vostra attività?
P.M: «Per ciò che mi riguarda, c’è sempre stato un legame abbastanza stretto con il territorio nel mio lavoro, ma ho sempre mirato a non renderlo didascalico. Con Endri e Chiara abbiamo affrontato l’argomento in passato e anche in questo senso sono emerse sfaccettature diverse. Endri proviene dall’Albania, fatto che lo ha spinto a concentrarsi maggiormente su fronti differenti da quelli che noi italiani conosciamo per retaggio. Chiara invece ha un approccio più antropologico, lei guarda al modo in cui l’uomo abita gli spazi, non potendo quindi esimersi dall’osservazione del territorio stesso. Le nostre diverse visioni si sono comunque amalgamate le une con le altre, dando vita a opere diverse quanto evidentemente collegate».

Il sistema artistico si divide tra chi accusa le residenze di essere un passaggio che riduce l’attività dell’artista a mero mestiere e chi vi rintraccia un momento fondamentale della sua formazione. Voi cosa ne pensate?
E.D: «Noi tre siamo alla nostra prima residenza. Personalmente, non trovo niente di negativo nel permettere a un artista di dedicarsi completamente al proprio lavoro, senza distrazioni. Inoltre, questa residenza ci ha permesso di conoscere gli uni l’opera degli altri, creando così un valore aggiunto».

Parlatemi delle opere che avete realizzato per Arte Natura Territorio.
P.M: «Usando l’acquerello, ho ipotizzato la fisicità della “Gura”, figura archetipica centrale per il meridione e associata ai disturbi del sonno. Molti sostengono addirittura di averla vista ma nessun racconto descrive la medesima figura, ho lavorato quindi intorno all’idea del mito locale».
C.C: «La mia serie fotografica è documentaria e incentrata sull’individualità: allontanandomi dall’essere umano ho mantenuto un’incognita sulla sua identità rispetto al paesaggio abitato.»; E.D: «Io ho scelto di riflettere sui fenomeni culturali locali messi a rischio dalla globalizzazione. Concentrandomi sul lavoro artigianale, inteso come oggetto che porta con sé valori tradizionali, ho realizzato il video Poiein».

Gli altri artisti in residenza: Fonte & Poe (Alessandro Fonte e Shawnette Poe), Petr Košárek, Ignazio Fabio Mazzola, Paolo Ferrante, CRISA (Cristina Mangini ed Elisa Zambetta), Antonio Delli Carri, Federica Gonnelli, Sara Svati, Giulio Rossi. Info: www.museopinopascali.it

 

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