I figli del capitano Grant

Pubblicato nel 1867 a firma di Jules Verne, I figli del capitano Grant rappresenta il primo capitolo di una trilogia che prosegue con Ventimila leghe sotto i mari e si conclude con L’isola misteriosa. È diviso in tre parti: la prima ambientata in Patagonia, la seconda e la terza in Australia e nell’oceano Pacifico. Capisaldi dei romanzi d’avventura, neanche è il caso di dirlo. Quasi un secolo e mezzo dopo, Alexis Nesme, autore francese classe 1974, i cui lavori sono contraddistinti da disegni plastici e colori lussureggianti, quasi “accecanti”, presenta una graphic novel avvincente e adatta a lettori di ogni età. Edito da Tunué, I figli del capitano Grant (144 pagine, 16.90 euro) – che nel 1962 è stato trasposto al cinema per la regia di Robert Stevenson – è un albo dove i dettagli sono curati in maniera maniacale e nulla, davvero, è lasciato al caso.

Nella sua personalissima trasposizione, Nesme – che dopo aver studiato arte, ha lavorato nel mondo dell’illustrazione per l’infanzia per poi cominciare a pubblicare fumetti – popola la storia di intraprendenti animali antropomorfi. La spedizione del capitano Grant è dispersa («proprio lui. Si era imbarcato a Glascow e non se ne erano più avute notizie»). Lord e Lady Glenarvan ritrovano un messaggio in bottiglia con una richiesta di aiuto e delle coordinate incomplete. «Si direbbe che questo relitto abbia fatto un lungo viaggio nell’oceano prima di andare a perdersi nello stomaco dello squalo. Speriamo che il suo contenuto non ne abbia troppo sofferto», è la preoccupazione dei nostri, che quindi – insieme ai giovanissimi figli del capitano, Mary e Robert, e ad altri irresistibili compagni – si mettono in viaggio per ritrovare i sopravvissuti al naufragio. «Possiamo solcare i mari. Ho fatto ingrandire i serbatoi per raddoppiare le riserve di carbone e abbiamo immagazzinato nelle cambuse viveri per due anni. Partiamo questa notte con la bassa marea», annuncia lord Glenarvan. È l’inizio di una fantastica avventura che porterà il gruppo a vivere mille peripezie, fra tempeste («il mare agitato e la forte pioggia che spazzava il ponte costringevano i passeggeri a restare nella stiva») e scontri a fuoco, in giro per il globo, dall’Europa alla Patagonia all’Australia. Sempre però meravigliandosi della bellezza dei paesaggi, abilmente disegnati da Nesme, che catapultano il lettore in un affascinante contesto storico. Info: www.tunue.com

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