Come le lucciole

Siena

Cosa collega uno scritto del ‘500, il Naturalis Magiae di Giovan Battista della Porta del 1558, con l’arte contemporanea? La fascinazione per la luce nella creazione di effetti luminescenti. Nel libro attraverso una ricetta a base di lucciole distillate e seccate si creava una polvere definita magica che permetteva effetti luminosi meravigliosi. Lo stesso Caravaggio, leggendo quel passo dello scritto, lo utilizzò per la sua pittura. Nei secoli tanti artisti si sono misurati con la luce: possiamo citare Van Gogh con il suo acquerello Les bretonnes set le pardon de Pont Aven, Lucio Fontana con Ambiente spaziale a luce nera e Gianni Colombo con Spazio elastico, come spiega Simona Gavioli nel suo testo critico pubblicato nel catalogo della mostra Siam come le lucciole. Un maestro che si è cimentato in questa ricerca è Raimondo Galeano, chiamato pittore illuminato, artista che dagli anni ‘70 ha cominciato a dipingere direttamente con la luce attraverso pigmenti luminescenti perché i colori non esistono, sono manifestazioni dei raggi luminosi percepiti e decodificati dai nostri occhi quando il buio viene espropriato della sua esistenza.

Ed è proprio Raimondo Galeano a coinvolgere altri artisti a misurarsi con questa tecnica nella citata mostra Siam come le lucciole insieme a Simona Gavioli, la curatrice, mostra che si svolge a Rocca delle Macìe in Toscana. Il luogo si predispone ad accogliere opere e, fra le cantine e il ristorante del complesso, venti artisti provenienti da diversi excursus hanno dato vita a una collettiva sorprendente per la capacità di stupire grazie alla fruizione che avviene diversa fra giorno e notte. Voluta da Italo Zingarelli, produttore, regista e direttore cinematografico, nonché collezionista, Rocca delle Macìe è un’azienda vitivinicola che nasce nel 1973. Il complesso del 1300 è stato restaurato nel rispetto della sua struttura ed ora l’azienda è portata avanti dai figli di Zingarelli che, nel ricordo del padre, hanno dato vita nel 2010 al Premio d’Arte internazionale Zingarelli – Rocca delle Macìe il cui ideatore è Raimondo Galeano mentre la curatela è di Simona Gavioli, la scadenza è biennale.
La mostra Siam come le lucciole si svolge nell’Anno Internazionale della Luce con una particolare attenzione alle energie rinnovabili nel rispetto dell’ambiente e del pianeta Terra. Ma cosa caratterizza questa esposizione? La doppia valenza delle opere che hanno vesti diverse di giorno e di notte grazie all’utilizzo della pittura luminescente che le rende duplici.
Mentre il titolo riconduce ad un’epifania, quella delle lucciole che si manifestano per poco tempo, ma che illuminano, come per magia, quasi gli artisti manifestassero magicamente un cammino creativo che conduce alla sostanza di un futuro possibile e a uno svelamento che avviene in uno spazio mentale fra la luce ed il buio.

Karin Andersen, che lavora sul tema degli alieni, espone l’opera Unreliable icon in cui di giorno si vede il mezzobusto di un ragazzo e di notte di un alieno. Blue And Joy con la scultura in alluminio Paper Plane realizzano un contrasto fra pieno e vuoto, marezzature cromatiche e colore omogeneo. Fabrizio Campanella crea due opere in dialogo What remains e Fragments in cui strutture geometriche cambiano tinte nel percorso visivo fra luce e buio. Francesco Casolari con Astronave e Nettuno stampa su tela di luce due immagini fantastiche che di notte si completano con il colore. Massimo Catalani utilizza polvere di marmo di Carrara, sabbie vulcaniche e pigmenti fotoluminescenti in Diabolus vero videns constantiam viri magno ululatu ab eo recessit in cui una chiesa medievale di giorno presenta un chiaroscuro che di notte si ammanta di una luce virata e poetica. Di Marc Egger è presente Spherical Phenomenon Nr. 1452 in cui le cromie delle forme cambiano totalmente a seconda del giorno o della notte alludendo alle costellazioni, come da sua tradizione. Espone anche Raimondo Galeano con i ritratti di Italo Zingarelli e dei suoi due figli. Mentre Michael Gambino propone il suo soggetto classico, una farfalla, in Rivelazione, passando dal nero del contesto diurno al colore del contesto notturno. Giorgio Lupattelli, coerente con la sua arte incentrata sui media, crea una scultura a forma di DNA chiamata Prozac fatta di semisfere in plastica verniciate che richiamano il medicinale, e Memento mori un orologio che al posto delle stanghette delle ore propone oggetti di morte quali una pistola o un coltello che si rivelano nell’epifania del buio.
E ancora, Matteo Basilé fra sogno e realtà con Order/Disorder Apparition Version gioca su due ritratti fra apparizione e sparizione. Alessandro Lupi in Densità Fluorescente Baule (Red Kid) e Densità Fluorescente Baule (Blue Kid) realizza due sagome di bambini rispettivamente in rosso e blu in due bauli differenti, con la sua tecnica tradizionale di fili colorati con pigmenti fluorescenti. Vincenzo Marsiglia in Magic ripropone le sue stelle a quattro punte che si vedono solo al buio sul rivestimento di una poltrona che alla luce è bianco. Luigi Mastrangelo, conosciuto per i suoi autoritratti, dà vita a Panda e Gatto, due animali che cambiano cromie. Massimiliano Pelletti dispone lungo tutto il percorso della mostra i suoi conigli a cui da il nome di Rabbit in the Sun, sculture cangianti in resina e vernici al fosforo e fluo.

Luca Moscariello in Dissimulo si esprime attraverso una struttura fantastica e piena di colori che di notte si trasforma in un universo di forme verdi. Omar Ronda presenta un’opera astratta del 1990, Kimera vegetale, che dal blu e bianco passa al nero e verde, opera storica. Nicola Rotiroti crea una sospensione iperrealista nei sui due Untitled (Omaggio a Raimondo Galeano): un corpo sotto l’acqua sta per emergere, mentre nel secondo lavoro rimangono solo le bolle d’aria che fanno pensare ad un passaggio umano, fra realtà e immaginazione, delicatezza e pregnanza, con cambiamenti cromatici e di luminosità. Veronica Santandrea si ritrae sott’acqua in Cause You Sailor e in un campo in Sunburned, opere che si modificano nella saturazione. Franco Savignano in Presenze e Il pranzo frugale realizza nature morte dal sapore Metafisico in cui di giorno si vedono solo tratti leggeri, mentre di sera appare tutta la costruzione visiva. Cristiano Tassinari agisce direttamente sulla natura con Shining Plant utilizzando una pianta, la luce elettrica intermittente e pigmento fotoluminescente.
Questi gli artisti, queste le opere, per una mostra costruttiva e particolare nel suo essere articolata fra luce e buio, giorno e notte, idea innovativa e creativa.

Fino 31 ottobre 2015 Riserva di Fizzano – Rocca delle Macìe – Loc. Le Macìe 45, Castellina in Chianti (SI)
Info: www.roccadellemacie.com

 

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