Photissima

Giunta alla sua quinta edizione Photissima si è imposta all’interno della geografia culturale italiana come una delle più complete e multiformi rassegne dedicate alla fotografia. Il progetto nato grazie al lavoro della fondazione Artevision e del suo direttore Telemaco Rendine è pensato al fine di «creare una rete», un luogo di discussione, una piazza all’interno della quale discutere attraverso diverse prospettive del presente e del futuro della fotografia in Italia. Sono due le caratteristiche principali che hanno contraddistinto Photissima nel corso delle sue molteplici edizioni: il fatto di svolgersi in diverse sedi, a Venezia  nel Chiostro dei Frari e in contemporanea alle Biennale, a Torino nell’ex manifattura tabacchi in contemporanea ad Artissima e quest’anno anche a Milano all’interno di Superstudio Più, in occasione dell’Expo.

Seconda caratteristica che contraddistingue Photissima è la presenza di un tema a partire dal quale vengono selezionate le opere degli artisti esposti in mostra. Ma in cosa consiste esattamente Photissima? Se l’idea che dà origine al progetto è quella di generare uno spazio di dialogo e confronto intorno alla fotografia, la formula della semplice rassegna espositiva risulta limitata agli occhi dei curatori. Per questo motivo il progetto apre da subito le porte al mercato, in modo specifico alle gallerie che si occupano di fotografia, facendone una rassegna d’arte e al tempo stesso una fiera pur costantemente legata a un tema specifico. Accanto alla fiera e al festival si colloca il Photissima Prize, terzo fulcro del progetto culturale che consiste in un premio rivolto esclusivamente agli artisti che lavorano con la fotografia. La variegata agenda di Photissima si compone infine di una lunga serie di Workshop e di momenti di confronto pubblico.

Partendo dalla prima edizione per giungere a quella da poco inaugurata è possibile tracciare un percorso nel quale emergono sostanziali elementi di continuità tematica: l’idea ricorrente è quella di educare un pubblico, il più possibile ampio e variegato, alla cultura e alla fruizione della fotografia intesa come linguaggio dell’arte contemporanea. Il titolo della prima edizione, Welcome to the Jungle, allude all’estrema difficoltà che si presenta in un momento storico come il nostro nel quale «tutti hanno a disposizione uno strumento fotografico in grado di generare immagini, tutti si sentono capaci di produrre opere d’arte». L’obiettivo è perciò quello di guidare il pubblico in un percorso di analisi e individuazione della vera fotografia d’arte. Just another exhibition, la seconda edizione, che si svolge in contemporanea alla 55. Biennale di Venezia, ha invece l’ambizione di creare un contesto espositivo da contrapporre a quello della rassegna ufficiale, un contesto nel quale la fotografia occupi un ruolo centrale ed esclusivo piuttosto che semplicemente marginale. Con More Words, terza edizione di Photissima, viene proposto al pubblico un tema di assoluto interesse: «al tempo di social network e app per cellulari, produrre materiale fotografico è facilissimo», ci troviamo immersi in un flusso di produzione e condivisione d’immagini – spesso anche di grande interesse formale – che però rende ancora più complesso il riconoscimento di una vera ricerca artistica la quale, indifferentemente dal supporto fotografico utilizzato, può essere generata solamente «attraverso la mente dell’artista». Time Out, il titolo ironico e provocatorio scelto per la quarta edizione, allude da un lato alla necessità di creare «uno spartiacque tra ciò che è fotografia artistica e ciò che non lo è» e dall’altro all’impossibilità di stabilire confini ben definiti. L’edizione di Photissima 2015, aperta al pubblico a partire dal 6 maggio, presenta un titolo altrettanto significativo ma apparentemente perentorio, This is contemporary art, come a voler ricordare che in Italia la fotografia in quanto legittima forma d’arte debba in fondo ancora lottare per imporsi.

Info: www.photissima.it

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