Piena di niente

«Una graphic novel che rappresenta la prosecuzione del discorso intrapreso con il volume Io so’ Carmela, che riguarda la violenza e il suo rapporto con e sul corpo. Ma se in quel caso si trattava della violenza di cinque persone su una ragazzina, adesso è quella di stato, istituzionalizzata e ideologica, la violenza criminale degli obiettori che agisce per stereotipi sulle donne». C’è fermezza nelle parole di Alessia Di Giovanni, autrice di una intensa graphic novel – disegni di Darkam, alias Eugenia Monti – che presenta al lettore quattro storie vere sull’aborto e l’obiezione di coscienza in Italia.

Edita da Becco giallo, Piena di niente (144 pagine, 15 euro) narra senza mezze misure, come è giusto che sia, le vicende di Giulia, Monica, Elisa e Loveth. Quattro donne sole, quattro gravidanze non desiderate, quattro corpi che cambiano. Spiega Di Giovanni: «Tanto il mio mondo quanto le mie esperienze private influiscono totalmente sulla scrittura. Ho scelto il racconto di queste donne poiché sono esplicative di un modo diverso di intendere il corpo, più come un involucro, come qualcosa che non appartiene loro, su cui non hanno dominio». È il caso di Loveth, la giovane costretta prima a prostituirsi e poi ad abortire, con un ferro arrugginito, dalla sua sfruttatrice («i miei clienti sono davvero convinti che mi piaccia. A nessuno di loro è mai venuto in mente che sono qui a farmi stuprare per soldi, e perché c’è chi mi controlla. Di mia madre non mi importa, è stata lei a vendermi ai miei sfruttatori. Sono un corpo macchina»). Una storia, la sua, «che dimostra come a volte una donna si sente, con il corpo che è il suo ma sono altri a decidere cosa lei ne debba fare, cosa debba diventare», riprende l’autrice, che riferendosi alla situazione nel nostro paese ammette: «Ci si limita a dire che esiste la legge 194 del 1978. Non c’è una vera discussione sul fatto che la legge prevede anche una prevenzione e un’educazione sessuale. E quando se ne parla ecco sollevarsi un gran polverone senza che poi nulla cambi».

Crudo e immediato – «tutti obiettori con l’utero degli altri», si legge tra le pagine – Piena di niente è una graphic novel emozionale che parla allo stomaco e al cuore. Perché in Italia come in Europa l’interruzione volontaria di gravidanza rimane un argomento forte, al centro di un dibattito spesso ipocrita e pretestuoso. «Credo che il vero lettore abbia bisogno di messaggi, piuttosto di un altro punto di vista quanto più intimo, profondo e corporeo possibile. Il mio compito è raccontare altri punti di vista, come quello di quattro donne che combattono per portare avanti la loro scelta coscienza e si scontrano con chi – in nome di ideali, morale o paternalismo – crede di sapere ciò che è meglio per loro e glielo impone», conclude Di Giovanni.

Info: www.beccogiallo.org

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