Theo Mercier a Milano

Nella galleria Arte valori di Milano, si respira un’aria di anticonvenzionale e comunicativa antiretorica. La mostra Ghosts and Gods, prima personale in Italia dell’artista Theo Mercier, a cura di Tatiana Yasinek e Karina El Helou, si propone come riflessione dalle caratteristiche rare e preziose nell’ambito delle nuove tendenze e del collezionismo contemporaneo, anche in vista dell’ormai imminente Expo 2015. Il linguaggio di Mercier abbraccia il male di vivere dell’uomo contemporaneo con le sue paure, i suoi sogni e i suoi desideri. La dissacrazione del divino e un indiscutibile attrazione per l’eccesso, così desiderabile e necessario, in un momento in cui le sicurezze vacillano o si ricercano con brama esagerata, invadono i lavori dell’artista, permeati di patina magica, determinata da un attento studio dei materiali con cui sono realizzate.

Lontano da ogni modello precostituito, Mercier realizza in ogni opera una nuova riflessione sul contemporaneo, ritraendolo con severo umorismo e sofisticata semplicità. I fantasmi della gigantesca installazione della prima sala, Le Grand Public (2013), suscitano nello spettatore un sorriso amaro, che tende a svanire diventando brivido di orrore, quando lo sguardo si porta alle mani scheletriche, scuoiate dei personaggi. Accostare oggetti simbolo del consumismo della famiglia contemporanea a particolari macabri dal forte potere evocativo, dimostra l’assoluta genialità creativa di Mercier, che con Horizon d’os (2012) e Trinity (2015) arriva a un acme espressivo di difficile raggiungimento.

Materia e messaggio, sorriso e disagio: ingredienti essenziali che fanno di Ghosts and Gods un evento che non può non lasciare nello spettatore stimoli di riflessione sulla caducità del momento, sul continuo sfuggire degli attimi e sull’incombenza della morte. Il linguaggio artistico unico e inconfondibile, che esplode in mostra come paradigma di malesseri e turbamenti, è riflesso di uno stile unico e inconfondibile che stimola nuove letture e interpretazioni. L’eclettica scelta dei mezzi espressivi tradisce una ricerca instancabile e non convenzionale di codici riconoscibili, personalissimi ed estremamente efficaci. La mostra si pone al limite fra l’umoristico e il noir, nel labile confine fra paura della morte e un destino spesso beffardo e inaspettato.

Fino all’11 aprile; Arte valori, foro Bonaparte 48, Milano; info: www.artevalori.com

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