A volte per asserire che qualcosa è pulito si dice trasparente come l’acqua. Ma oggi l’acqua non è più così limpida, che, anche attraverso, puoi vederci chiaro. È diventata torbida come certi residui di pioggia stagnante. Il cristallino mondo dell’acqua e delle acque minerali nasconde in realtà non pochi lati oscuri: i profitti della privatizzazione di un bene comune che viene trattato come merce. Lo conferma la dichiarazione del presidente di Nestlè, l’austriaco Peter Brabeck: «l’acqua non è un diritto umano, è una necessità che si paga. Occorre trasformare l’acqua in un moderno prodotto di mercato, con un suo prezzo». Ma la canzone interpretata da Caparezza e Mario Riso per il progetto Razophonic non diceva forse che che l’acqua è vita, perché se finisce prima o poi si muore? A un tema così importante come la corsa all’oro blu, e la povertà che questa lascia alle sue spalle mentre avanza, gli artisti non possono restare indifferenti. Come d’altronde l’arte non è mai rimasta impassibile dinanzi alla storia dell’uomo, ai suoi tormenti, e ai problemi che attanagliano le società che ha costituito.
La galleria Amy d arte spazio, curata da Anna D’Ambrosio, presenta per la stagione espositiva 2015 un nuovo progetto, EconomART, che affonda le sue radici nel tema dell’acqua, come albero che necessita di abbeverarsi. Dopo Fame di terra, che nel 2012 si è occupato di Land Grabbing, il tema della nuova mostra Memorie di equilibrio, in esposizione nella galleria dal 19 marzo a l’8 aprile, è quello del Water Grabbing. Tre anni separano due eventi che vogliono riflettere su fenomeni che di lontano e distante hanno ben poco. Due facce della stessa moneta, coniata in onore di «una nuova forma di efferato colonialismo. Gli investitori internazionali comprano terre e acqua in egual misura, una volta ottenuta la terra devono garantirsi l’accesso diretto a fonti idriche». Tanti i nomi che prenderanno parte a economART : Daesung Lee, Mattia Novello, Mirko Cecchi, Manuel Felisi, Lia Pascaniuc, Diamante Faraldo, Afran, Luca Gilli, Alberto Gianfreda, Massimiliano Camellini, Santiago Villanueva, Streamcolors (Giuliana Geronimo& Giacomo Giannella), Kubo.
Il premio Sony world 2013, Daesung Lee, arrivato per la prima volta in assoluto in Italia con il suo progetto creato in Mongolia, Futuristic Archeology, riflette sul rapporto tra desertificazione e nomadismo creando scenografie archeologiche che egli immagina possano essere esposte un giorno nei musei del futuro. Una collezione museale fatta di persone in carne e ossa e ispirata proprio ai nomadi del deserto della Mongolia, popolo destinato a scomparire. Mentre Mattia Novello è l’artista veneto protagonista del progetto economART dello scorso anno sull’introduzione delle nanotecnologie in Arte Contemporanea, che con Peso Piuma ha creato il primo lavoro al mondo in aerogel di grafene. Eccellenze artistiche e sperimentazione tecnologica, quindi, alla galleria AMY D, nata «dall’esigenza di comunicare attraverso i linguaggi dell’arte il rapporto che lega l’individuo con l’economia intesa, secondo le parole di Samuelson, come lo studio del modo in cui gli individui e la società scelgono, con o senza l’intervento della moneta, di impiegare risorse produttive». E per questo ideale porto di idee, dal quale il progetto sul Water Grabbing traghetterà per attraccare ad EXPO 2015 e successivamente approdare al Festival Della Scienza di Genova. D’altronde, se il tema di Expo 2015 è «nutrire il pianeta», come dice Pietro Basso «l’acqua è il nutrimento per antonomasia».
Dal 19 marzo a l’8 aprile 2015, Galleria amy D arte spazio, Milano; info: www.amyd.it