Il Combat prize

Prende forma in questi giorni la sesta edizione di uno dei riconoscimenti d’arte contemporanea più noti in Italia, il premio Combat. Sono aperte le iscrizioni fino al 18 aprile per concorrere a far parte di 80 finalisti scelti nelle categorie di pitture, grafica, fotografia, scultura/istallazione e video. Gli ampi spazi degli ex Granai ottocenteschi nel parco di villa Mimbelli ospiteranno l’evento espositivo dal 27 giugno al 25 luglio, organizzato e curato fin dalla prima edizione dall’associazione BlobArt, presieduta da Paolo Batoni. Siamo andati a intervistarlo per saperne di più, sulla storia del contest sui premi e sugli obiettivi futuri che un premio di respiro internazionale come questo si pone.

Come e quando è nata l’idea del premio e quali erano i motivi e le aspirazioni ?

«Nel 2010 l’associazione BlobArt propone la prima edizione del premio Combat. Rispetto ad oggi il contest era molto diverso, nelle caratteristiche e nelle finalità. La spinta concettuale che ci aveva animato ruotava intorno al dibattito di quegli anni sulla validità e vitalità del medium pittorico. In un momento in cui si facevano prepotentemente strada altre espressioni artistiche, numerosi detrattori sembravano mortificare il ruolo centrale che la pittura ha ricoperto per secoli».

Una sfida che la pittura ha dovuto spesso affrontare nel corso della storia dell’arte, ogni volta che altre espressioni artistiche entravano in apparente competizione, come quando è nata la fotografia

«Una battaglia che ciclicamente è destinata a investire il linguaggio pittorico che è difficile e articolato, ma che nei sue mille potenziali percorsi si trova a possedere un’autonomia artistica che azzera ogni supposto annichilimento di sé stessa. Un po’ come dire che il cielo è blu. Volevamo comunque dimostrarlo con un’indagine pratica delle proposte pittoriche contemporanee. Un modo di agire in linea con il nome stesso del concorso che prende ispirazione dal Combat film, ovvero filmati di guerra realizzati dai cineoperatori dell’esercito statunitense per mostrare la realtà alla popolazione a casa, andando fisicamente nel cuore del combattimento. Siamo cosi scesi in prima linea per cercare e documentare la realtà artistica in ambito pittorico con l’ambizione di divenirne un osservatorio permanente».

Un premio diverso da quello che è oggi nei presupposti, nelle modalità e nei numeri.

«La prima edizione del premio Combat riguardava il solo territorio nazionale, anzi era concepito in specifiche aree regionali e distinto per età degli artisti. Una sezione dedicata agli under 25 e una per gli under 50. Nonostante il raggio d’azione fosse relegato al solo confine nazionale, gli iscritti erano 556, un numero sufficiente a uno scontro dialettico e confronto con opere provenienti da ogni parte del paese, libere da condizionamenti di mercato o territoriali».

Preparare un premio di arte contemporanea in un centro minore come Livorno fa una qualche differenza rispetto a un grande centro?

«Direi di no. Al di là di indubbie agevolazioni logistiche, dalla molteplicità degli spazi disponibili alla più ampia rete di enti partner, non ci sono grandi differenze. L’arte contemporanea non ha dei luoghi specifici da abitare. È e può essere ovunque, perché s’intreccia con la vita di chi la fa e nella contemporaneità globale, artisti e curatori comunicano in tempo reale azzerando le distanze, si spostano da un paese a un altro, orientati dai propri percorsi di esigenze di crescita e di mercato».

Il premio è oggi conosciuto e apprezzato anche in merito alla sua caratteristica di non porre limiti né di età e né di nazionalità ai suoi partecipanti. Rispetto alla prima edizione quando è avvenuto il cambiamento?

«La terza edizione del premio nel 2012 ha segnato dei cambiamenti di rotta importanti quanto inevitabili. Abbiamo accettato la sfida di abbattere le frontiere nazionali, non potendo e non volendo più farne a meno nella consapevolezza di trovarsi davanti ormai a un panorama artistico global, dove il solo confronto poteva essere un motivo e motore di crescita e di arricchimento. Per questo il 2012 è anche l’anno dei grandi numeri raggiunti. Il contest si aggiudica 1.100 artisti provenienti da 28 paesi del mondo. Un agognato traguardo e un archivio di circa 7.000 opere, che non sarebbe stato possibile se, nel frattempo, il Prize2012 non avesse anche dato spazio ad altre forme artistiche. Si aggiunge infatti la fotografia che segue la sezione grafica e la pittura».

La sesta edizione del contest che si terrà questa estate 2015 porterà altri cambiamenti?

«Spero di confermare i numeri raggiunti lo scorso anno, 1.369 artisti provenienti da 58 paesi, dall’Europa all’Australia. Sicuramente ogni edizione porta nuove sfide. Rimane la fisionomia di contest di respiro internazionale ed aperto ad artisti di ogni età. Costante sarà l’attenzione verso nuove e interessanti forme d’arte, come la soundart accolta questo anno o la videoarte nelle passate edizioni. Sono espressioni artistiche che, portando nuovi contenuti e soluzioni formali, devono trovare spazio, mentre attualmente i musei italiani non riescono per varie ragioni a valorizzarle a dovere».

Puoi infine anticiparci i nomi della giuria della prossima sesta edizione che selezioneranno l’esercito di 80 finalisti nelle diverse sezioni?

«La giuria è quasi al completo e composta di professionisti, alcuni dei quali sono già stati nella giuria del premio le scorse edizioni. Si tratta di Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, Francesca Baboni, Stefano Taddei, Fabio Cavalucci, Andrea Bruciati».

La mission ultima del Combat?

«Dare spazio ai singoli artisti supportandoli con visibilità e sostegno. In primis con l’evento espositivo e il fertile confronto con altri artisti. Oltre ai premi in denaro, l’obiettivo finale è quello di offrire l’opportunità di entrare in un circuito virtuoso, attraverso premi speciali come le residenze d’artista, instituite anche questa edizione in tre città, Berlino, Firenze, Livorno. L’esperienza del Combat permette inoltre la conoscenza di curatori e galleristi che potrebbero in futuro seguirli nel loro percorso ed ascesa artistica».

Dal 27 giugno al 25 luglio; ex Granai di villa Mimbelli, Livorno; info: www.premiocombat.com

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