Siamo con Charlie Hebdo

Parigi

Il mondo intero piange le vittime del barbaro attentato di ieri a Parigi, che ha colpito la redazione del giornale satirico Charlie Hebdo. Anche Roma ieri si è affrettata a mostrare solidarietà e vicinanza al popolo francese. Ieri a piazza Farnese molte persone si sono date appuntamento per condannare il gesto e raccogliersi in un momento di commozione e vicinanza. La curatrice Sabine Oberti organizzatrice dell’evento aveva avvertito: «Sarà una manifestazione silenziosa, questi terroristi devono sapere che se anche riescono a impaurire un’intera nazione, non riusciranno mai ad ammazzare la libertà d’espressione. Abbiamo perso 12 intellettuali, non posso crederci, sono commossa».

Un appuntamento, quello di ieri sera, in linea con ciò che è accaduto a Parigi dove a partire dalle 18 una serie di manifestazioni hanno avuto lo stesso scopo: difendere la libertà d’espressione, difendere un diritto che proprio nella stessa nazione faceva dire a Voltaire: «Non condivido la tua idea, ma darei la vita perché tu la possa esprimere». In ballo, infatti, non ci sono solo questioni politiche e religiose ma la negazione della possibilità di esprimere le proprie idee. Libertà, appunto che è costata la vita, stando alle ultime costruzioni sull’accaduto, a 12 persone (oltre a 8 feriti). Sono entrati in tre, vestiti di nero, armati di kalashnikov nella redazione di Charlie Hebdo e hanno aperto il fuoco. Tra le vittime due agenti della polizia il direttore del settimanale, Stephan Charbonnier e i tre vignettisti: Cabu, Tignous e Georges Wolinski. Sulla copertina della rivista satirica compariva il disegno dello scrittore francese Michel Houellebecq, legato al lancio del suo nuovo libro Sottomissione che racconta l’arrivo al potere di un presidente islamico, romanzo recensito positivamente sulla rivista. La copertina rappresenta lo scrittore vestito da mago mentre pronuncia delle profezie «Nel 2015 perderò i denti, nel 2022 farò il ramadan». Gli autori che hanno rivendicato questa barbarie sono componenti dell’organizzazione terroristica Al Qaeda.

Non è la prima volta che la redazione di Charlie Hebdo viene assaltata e dal 2006 al 2011, l’ultimo prima di oggi, si contano tre attacchi. Nel 2006 sono minacce per la copertina che riproduce Maometto con una bomba in testa con scritto «È dura essere armati da dei coglioni». Nel 2011 l’attacco è avvenuto con delle bombe incendiarie perché la rivista portava come direttore la firma di Maometto e sempre nello stesso anno è stato attaccato il sito cambiando l’Home page della rivista con una foto della mecca e dei versi del Corano.

Articoli correlati