E così la bambina è caduta

E così la bambina è caduta, comincia in medias res il nuovo libro di Claudia Quintieri che viene presentato il 24 novembre alle 18:30 nella libreria Ubik di Cosenza dall’autrice e dal giornalista Arcangelo Badolati. Dov’è caduta e quando, la bambina lo potrà capire soltanto una volta arrivata alla fine del lungo viaggio che la porta a ritrovare se stessa, a capire la realtà attraverso i sogni, a scoprire che la bellezza, il più delle volte, si cela dietro all’imperfezione. “Quando la bambina è caduta, vagava nei suoi desideri. Piccola. Piccola. Piccola e indifesa. Non sapeva dove sarebbe arrivata…vuole ricordarsi di quando era caduta, ma non sapeva da dove e perché”. Una caduta nella tana del bianconiglio, al fondo del precipizio da cui Lewis Carroll faceva rotolare Alice, dove le sedie di Kosuth galleggiano nel vuoto insieme alle pipe di Magritte, gli oggetti sono sospesi, gli abitanti deformati e dove si può cavare il ragno dal buco. Un viaggio immaginario in cui la realtà diventa nebulosa e lascia spazio al grottesco della fantasia, in cui le fate non sono turchine e le formiche grugniscono come maiali. Se il sonno della ragione da un lato rende liberi, da un altro, Goya insegna, genera mostri.

La bambina prima di cadere voleva tornare ai suoi desideri, alcuni puri, altri meno, salvarli dall’ingordigia dell’ombra del tempo che mangia tutto inaridendo la speranza. Per questo decide di rifugiarsi nell’inconscio, l’unico posto in cui i pensieri possono fluttuare, i giochi di parole diventano reali e ci si può rifugiare nell’universo negativo, in cui tutto ciò che è positivo viene ribaltato: «Se io avessi un mondo come piace a me – diceva Alice – là tutto sarebbe assurdo: niente sarebbe com’è, perché tutto sarebbe come non è, e viceversa! Ciò che è, non sarebbe e ciò che non è, sarebbe!». Quella bambina siamo noi, con i nostri desideri, con le nostre aspirazioni, con i nostri errori e i nostri contrasti: amore, pena, sofferenza, sentimenti, tutto fa parte del nostro mondo, tutto è raccolto nel calderone delle nostre emozioni: “la perfezione non esiste nel territorio che tutti noi conosciamo – scrive la Quintieri – ma può esistere in un territorio fantastico che non è concesso a noi umani se non nella fantasia della bambina che da maga di altri mondi interviene a donare meraviglie a chi la conosce”.

Man mano che il racconto si insinua nelle pieghe più profonde della psiche umana, la scrittura si fa più irrazionale, si fa fatica a seguirla, perde un filo logico, si abbandona al flusso del pensiero, col proposito di assomigliare più alla poesia che alla prosa. Liberatasi della punteggiatura, dei vincoli grafici, diventa specchio di quell’immaginario, grazie al quale la bambina riconquista se stessa, ritornando esattamente dal punto in cui era caduta, svegliandosi dal lungo sogno che l’ha fatta diventare forse adulta, forse solo un po’ più matura, ma di sicuro “ciò che è e che sempre sarà”. Info: www.ubiklibri.it