Z2o, Calzolari e Scifo

EntreNous, tra di noi, è il titolo della mostra inaugurata alla Z2O Sara Zanin Gallery che unisce nello stesso spazio due artisti di differenti generazioni, Pier Paolo Calzolari e Marco Maria Giuseppe Scifo. L’intento del progetto è mettere a confronto due percorsi artistici alla ricerca di quelle divergenze che, attraverso i diversi linguaggi utilizzati, fanno l’unicità di un’opera. Calzolari, classe 1943, è annoverato tra gli esponenti della cosiddetta arte povera, quell’arte cioè che rifiuta le tecniche tradizionali e utilizza come materiali gli scarti della società contemporanea. Le sue opere sono molto concettuali, basate sul ridurre al minimo il significante per concentrarsi meglio sul significato. La galleria ospita la sua scultura materica Senza Titolo (2010), composta da tre nuclei separati. I materiali utilizzati sono semplici, l’artista ne accosta molti lontani tra loro come il legno combusto, il ghiaccio, il piombo, il ferro, la maiolica, il rame, l’acqua. Quest’ultima scorre senza sosta in contrapposizione alla staticità di ciò che la circonda, con il suo essere dinamico in continuo fluire. Al contrario il ghiaccio è lì, immobile, solida trasformazione dello stesso elemento, come a significare che tutto è mutevole. Le installazioni di Calzolari difficilmente comunicano ciò che visivamente suggeriscono, ma vanno poeticamente oltre.

Marco Scifo, nato nel 1977, è un artista che si contraddistingue per le sue creazioni ingegnose. Con la sua opera Pneuma vuole analizzare il rapporto che intercorre tra corpo e pensiero. Lo fa scegliendo di rappresentare il ritratto di Platone, probabilmente uno dei più grandi pensatori, su gomma nera e a grandezza reale. Un compressore d’aria gonfia ripetutamente la testa del filosofo, che si sgonfia subito dopo, simulando un profondo respiro che si ripete all’infinito, forse il gesto più inconsapevole compiuto dal corpo umano. È così che Scifo contrappone il movimento fisico a quello mentale, li mette uno davanti all’altro in un’opposizione quasi conciliante. Il ritmo dell’opera è scandito dall’intervallo del respiro, che induce a riflettere e sospirare insieme al grande filosofo greco. Due opere concettuali molto differenti, unite solo dal fatto che entrambi gli artisti hanno utilizzato dei supporti meccanici a supporto dei loro lavori. L’installazione di Scifo è più immediata rispetto a quella di Calzolari, che paga il suo linguaggio notoriamente criptico. La mostra inaugura un ciclo di esposizioni che vedrà coinvolti altri artisti di differenti generazioni messi a confronto in uno spazio condiviso.

Fino al 10 novembre; Z2O Sara Zanin Gallery, via della Vetrina, Roma; info: www.z2ogalleria.it