Teatri di Vetro 8

L’arte è un prisma di cristallo capace di proiettare l’essenza della storia dell’uomo, di illuminare il cammino dell’oggi e del domani se inondato da una giusta luce. È una specie protetta, che deve essere tutelata coraggiosamente e ostinatamente in ogni sua più piccola sfaccettatura. «L’arte è un pensiero che si fa teatro, danza, musica. Gli artisti hanno poca voce e bisogna sostenerli», in queste parole di Roberta Nicolai, direttore artistico teatri di Vetro, si concentra il senso dell’ottava edizione di Teatri di Vetro, festival delle arti sceniche contemporanee dal 15 al 23 settembre a Roma. Un’inquadratura particolare sulla scena contemporanea in rapporto con la realtà, uno sguardo libero sulla pluralità dei linguaggi intesa come ricerca aperta, che non si esaurisce sul palcoscenico ma si interroga sul senso politico ed etico del gesto creativo. Un festival che Nicolai si augura presto diventi una casa, un punto di riferimento per gli artisti, che in questa edizione trova nella «memoria e nella trasversalità i suoi punti fermi» precisa Paolo Ruffini, responsabile ufficio Casa dei Teatri dipartimento cultura Roma. Teatri di Vetro si propone così, per quasi una settimana, come tempo e spazio di condivisione tra la città e le compagnie teatrali (Menoventi, Opera/Vincenzo Schino, Civilleri/Lo Sicco, Carrozzeria Orefeo, Fibre parallele, Punta Corsara, Amendola/Malorni, Leviedelfool, Clinica Mammut, Quotidiana.com, Federica Santoro ), le scritture coreografiche che riflettono sulla condizione dell’arte (Paola Bianchi, Helen Cerina, Gruppo Nanou, Indaco/Laura Boato), le indagini di teatro danza sulla presenza dell’uomo di Leonardo Delogu/Dom, le narrazioni di sperimentazione multimediale e sonora (Phlox/ Le Borg, Phake, Kuma, Rinus Van Alebeek, Canio Loguercio, One circle, IOIOI, Parislamour+Blasco Morozzo) e i due spettacoli del progetto Effimero/permanete.

In un periodo privo di certezze e punti di riferimento, che cede alle lusinghe delle facili e dubbie scorciatoie dall’immediato profitto economico, si avverte l’urgenza di emancipare il ruolo della cultura per farne parte integrante del nostro quotidiano. Il festival rappresenta un incontro importante e momento di grande visibilità per un progetto annuale di diffusione e promozione artistica che continua il suo operato nonostante le difficoltà del presente, sottolinea Lidia Ravera, assessore alla Cultura e politiche giovanili, «la passione culturale non sostituisce il denaro, costa tempo, fatica, necessita di finanziamenti in tempo reale per sostenere una classe creativa che ha il compito di condurre la collettività su nuove strade».

Teatri di Vetro 8, dal 15 al 23 settembre, Teatro Vascello, Casa dei Teatri, Teatro Scuderie Villino Corsini, Fondazione Volume!, Carrozzerie not, Moll Monteverde Living lab, Roma; info: www.teatridivetro.it