Anselmo e Kounellis

Dall’incontro tra Giovanni Anselmo e Jannis Kounellis nasce il progetto espositivo Stanze#1 a Palermo nella storica sede di Palazzo Belmonte Riso, Museo d’arte contemporanea della Sicilia. Inaugurata di recente, lo scorso 31 maggio, la mostra a cura di Giovanni Iovane in collaborazione con Paolo Falcone espone pezzi e opere già parte della collezione permanente del museo, ma riqualificati con operazioni site specific investite di nuovi significati. Un’iniziativa che sarà successivamente estesa a ulteriori eventi legati al tema di questa manifestazione, Stanze#1 si costituisce come un lavoro di tessitura del territorio, dell’identità locale, nella dialogica scenografia del palazzo che ha attraversato una storia lunga secoli – e di cui manifesta, ancora ben evidenti, le sue cicatrici – e in cui l’architettura del sito rivendica un ruolo importante nella composizione dei materiali visivi. Le Stanze#1 si trasformano nelle camere della memoria collettiva, attraverso la transizione di elementi poetici ed evocativi a partire dalle installazioni dei due artisti messi a confronto.

Kounellis ha un rapporto con la Sicilia e con il territorio circostante già ben definito da diverso tempo: ne ha respirato il ‘barocchismo’, la tendenza all’eccesso che si frantuma nella cornice dell’effimero. I famosi armadi sospesi al soffitto del salone principale del piano secondo nel 2008, provenienti dalla precedente opera del 1993 allestita all’Albergo delle Povere a Palermo, creavano già un ambiente altamente rappresentativo e teatrale. Ora si aggiunge la serie di anonimi cavalletti al loro cospetto, cui sono appesi i tradizionali cappotti scuri dell’artista greco di Senza titolo (2014). L’effetto è straniante e incombente insieme: la più recente installazione, eco anche dei cappotti di Christian Boltanski al primo piano, riempie e appesantisce lo sguardo dello spettatore sulla propria linea d’orizzonte, ma basta un movimento di sospensione verso l’alto e la linea di demarcazione della leggerezza risponde con tutta la sua aerea presenza attraverso l’affresco degli armadi volanti.

Anselmo reagisce con altro linguaggio, con altro vocabolario espressivo: se Kounellis mette, l’artista piemontese leva. Toglie spazio allo spazio, grazie all’utilizzo del vuoto. Non esistono energia più grande e movimento più potente che non si riescano a percepire nell’assenza, così come succedeva in La mia ombra verso l’infinito dalla cima dello Stromboli durante l’alba del 1965, già parte della collezione del museo. Adesso la creazione di un’isola nell’isola con un cumulo di terra accompagnato da un ago magnetico all’interno dell’ambiente di ingresso del secondo piano si rivela come forma naturale di una bussola senza tempo nella mancanza di altri punti di riferimento nello spazio. Segue l’installazione Particolare nelle sale attigue, una proiezione del qui e ora, instancabilmente riattualizzata da ogni esperienza individuale dei visitatori. Entrambi gli artisti hanno dunque riscritto lo spazio della memoria in seno alla perdita del tempo orizzontale.

Dal 31 maggio al 12 novembre, Riso, Museo d’Arte Contemporanea della Sicilia, Corso Vittorio Emanuele 365, Palermo; info: www.palazzoriso.it

 

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