Estate nel Triveneto

L’estate nel Triveneto offre centinaia di opportunità culturali, improbabile segnalarle tutte ma un tentativo è possibile toccando piccole e grandi realtà. Partendo da Trieste, a poca distanza dalla riva del mare, troviamo il museo Revoltella, una galleria d’arte moderna fondata nel 1872 per volontà del barone Pasquale Revoltella, una delle figure più rappresentative della società triestina dell’Ottocento. Dal 1992 la location, sotto la direzione di Maria Masau Dan, è stato definitivamente riaperta con un percorso che si sviluppa in tutto lo spazio disponibile, circa 4.000 mq di esposizione con 350 opere di pittura e scultura distribuite in sei piani, recuperando inoltre la dimora del fondatore, con i suoi arredi e le sue collezioni. Opere straordinarie come una scultura in gesso di Leonardo Bistolfi, il monumento funerario La Croce o Il taglio dell’istmo di Suez di Magni o ancora il Napoleone I di Canova.

Una rappresentativa selezione delle numerosissime opere acquistate occupa, invece, gli spazi completamente rinnovati di palazzo Brunner, che si sviluppa su quattro piani: al terzo gli autori italiani del secondo Ottocento come Fattori, Induno, Palizzi e Morelli, al quarto, gli acquisti fino alla prima guerra mondiale e le esposizioni internazionali, partendo da De Nittis, Nono, Ciardi, Trentacoste, Canonica, Bistolfi, Carena, von Stuck fino a Zuloaga. Nel piano successivo gli artisti del primo Novecento a Trieste e in Italia, Marussig, Bolaffio, Timmel, Dudovich, Casorati, Sironi, Carrà, de Chirico e Martini. In una galleria più piccola sono presenti gli autori del Friuli Venezia Giulia degli ultimi cinquant’anni come Zigaina, Afro, Dino e Mirko Basaldella, Spacal, Perizi, mentre i protagonisti del panorama nazionale del secondo Novecento trovano posto nella sala del sesto piano che si apre alla vista della città e del mare. Da qui si può uscire sulla grande terrazza, disegnata da Carlo Scarpa, vedere uno splendido panorama e rilassarsi con un drink perché proprio nelle sere d’estate è in funzione un caffè aperto fino a mezzanotte. Ora ci aspetta Udine che, tanto per ricordarlo, dopo Venezia rappresenta la seconda patria di Giambattista Tiepolo, infatti è la prima città di terraferma nella quale, non ancora trentenne, ottiene importanti commissioni per toccare poi il successo europeo. Arriva a Udine nel 1725, su invito del patriarca Dionisio Dolfin, per decorare il suo palazzo, appena ristrutturato. Il primo affresco che esegue è il soffitto dello scalone, con La caduta degli angeli ribelli, per passare poi alla decorazione della Cappella del Sacramento del Duomo.

Più vicino al nostro tempo è senz’altro Casa Cavazzini, un moderno e funzionale edificio disegnato nel progetto di ristrutturazione dall’architetto Gae Aulenti, il museo d’arte moderna e contemporanea della città friulana è nel cuore del centro storico e ospitato appunto nel cinquecentesco edificio donato al Comune dal commerciante Dante Cavazzini. Lo stabile si sviluppa su tre livelli, per complessivi 3.500 metri quadri. Nel patrimonio del museo, la Collezione Astaldi, donata nel 1982 da Maria Luisa e Sante Astaldi e la Collezione Friam: 113 opere realizzate da nomi fondamentali della storia dell’arte contemporanea americana, come Willem De Kooning, Carl Andre e Frank Stella, omaggiate dagli stessi artisti in occasione del terremoto che colpì il Friuli nel 1976. Rimanendo nella provincia di Belluno, a Feltre, troviamo la galleria d’arte moderna Carlo Rizzarda. Nata per la volontà testamentaria di Carlo Rizzarda, uno dei più importanti artisti del ferro battuto dei primi anni del Novecento. Nel 1926 Rizzarda acquistò Palazzo Cumano, residenza del Cinquecento nel centro storico di Feltre per creare, nella propria città natale, un museo di arte decorativa. Alla sua morte a soli 48 anni a causa di un incidente stradale, il Comune di Feltre ereditò oltre al palazzo tutti i ferri battuti dell’artista e la sua collezione d’arte, un nucleo di 196 opere dalle tele a mobili e oggetti di arte decorativa di vari autori come Casorati, Marussig, Semeghini, Wildt e anche Scarpa. Gli oggetti frutto del lavoro di Rizzarda sono più di 400 manufatti, tra i quali balaustre, lampade, cancelli, elementi decorativi, è unica nel suo genere e documenta tutte le possibili declinazioni dell’arte del ferro battuto.

Da qui, sempre nella stessa regione ma sul confine con il vicino Veneto, troviamo Parco, la galleria d’arte moderna e contemporanea di Pordenone, una struttura museale intitolata alla memoria di Armando Pizzinato morto nel 2004, uno dei più importanti artisti italiani del secondo dopoguerra. Lo spazio è all’interno di parco Galvani, rilevante parco cittadino, la struttura è composta da una villa veneta restaurata, sviluppata su tre piani dal classico impianto architettonico, da un nuovo ampliamento che ospita l’ingresso principale, nuove sale espositive, un centro congressi e altri locali destinati ai servizi del museo. Oggi in corso Angiolo D’Andrea 1880 – 1942. Un modo per ricostruire la figura dell’artista friulano ingiustamente dimenticato e attivo nella Milano dei primi decenni del Novecento. Promossa dalla Fondazione Bracco, la grande mostra curata da Luciano Caramel, presenta oltre 120 lavori con importanti aggiornamenti e dodici nuove opere rispetto all’esposizione milanese. Mentre la Serenissima, tra le numerose proposte, si fa spazio con Da Rauschenberg a Jeff Koons, lo sguardo di Ileana Sonnabend, attiva fino al 4 gennaio a Ca’ Pesaro, l’esposizione è stata concessa nel 2013 in deposito a lungo termine alla Fondazione musei civici di Venezia, presentata periodicamente, anche se una selezione delle opere più preziose è permanente del primo piano, la raccolta comprende una settantina di lavori di artisti che Sonnabend, forse la più grande talent scout della seconda metà del XX secolo insieme a Peggy Guggenheim, scoprì e valorizzò in mostre memorabili nelle sue gallerie, dando spazio ai linguaggi della più avanzata sperimentazione dal Neo Dada alla Pop Art, dalla Minimal Art all’Arte Povera, dal Concettuale al Neo Espressionismo, fino all’arte fotografica contemporanea. Nomi come Robert Rauschenberg, Andy Warhol, Roy Lichtenstein, Jim Dine, Tom Wesselmann, ma anche Robert Morris, Sol Lewitt e Anselm Kiefer. La mostra presenta inoltre un nucleo di lavori d’arte povera italiana come le straordinarie opere di Gilberto Zorio, Mario Merz, Giovanni Anselmo, Pier Paolo Calzolari e Jannis Kounellis. Verona, al Palazzo della Gran Guardia, accoglie l’estate con Paolo Veronese e L’illusione della realtà, a cura di Paola Marini, direttrice del Museo di Castelvecchio e Bernard Aikema, dell’Università di Verona. 100 le opere esposte fra dipinti e disegni provenienti dai più prestigiosi musei italiani ed internazionali. La monografica è la prima di tale ampiezza nella penisola dopo quella memorabile curata da Rodolfo Pallucchini a Venezia nel 1939 e presenta Paolo Veronese attraverso sei sezioni: la formazione a Verona, i fondamentali rapporti dell’artista con l’architettura e gli architetti, da Michele Sanmicheli a Jacopo Sansovino a Andrea Palladio, la committenza, i temi allegorici e mitologici, la religiosità, e infine le collaborazioni e la bottega, importanti fin dall’inizio del suo lavoro.

Salendo a Bolzano il Museion accoglie il visitatore con I tempi doppi dedicata Tatiana Trouvé dove è facile farsi coinvolgere da situazioni cariche di energie parallele. Una personale costruita attorno alla grande installazione 350 Points towards Infinity del 2009. La suggestione di un’esile pioggia metallica invade lo spazio del quarto piano. 350 sottili pendoli calano dal soffitto seguendo traiettorie diverse. Nata a Cosenza nel 1968, vive e lavora a Parigi. Ha esposto in istituzioni come il Kunsthaus di Graz, il Migros museum di Zurigo o il Centre Pompidou di Parigi, oltre alle partecipazioni alla Biennale di São Paulo nel 2010 e alla Biennale di Venezia del 2007. Nel 2014 le è stata commissionata una scultura per il Central Park di New York. «Per me – afferma Trouvé – il razionale e l’irrazionale, la mente e i sensi sono sempre connessi. Mi piace lasciarli scivolare l’uno nell’altro, e che siano complementari piuttosto che opposti». Sempre nel museo altoatesino è possibile visitare When now is minimal. Il lato sconosciuto della Sammlung Goetz. La Sammlung Goetz di Monaco è tra le collezioni private di arte contemporanea più importanti a livello internazionale. Si vuole mettere in luce come diverse generazioni di artisti si siano confrontate con il tema del minimalismo e abbiano realizzato le loro idee nell’ampia varietà delle possibilità d’espressione dell’arte contemporanea. Accanto ad alcune posizioni che hanno influenzato fortemente il discorso artistico sul minimalismo dagli anni ’60, l’esposizione presenta una giovane generazione di artisti che in modo leggero, libero, giocoso e talvolta dissacrante riprende la linea dei maestri del passato e da sottolineare che la maggior parte dei lavori è presentata al pubblico per la prima volta. Un momento, quello estivo, che sicuramente lascia spazio per rilassare corpo e spirito attraverso la cultura e in qualunque luogo vi troviate c’è sempre un modo per riuscire ad aprire la mente al bello, al fantastico e al sogno.

 

 

 

Articoli correlati