Charles James al Met

Quello del couturier non è un mestiere semplicemente esecutivo. Il couturier è colui che nella Parigi dell’Ottocento inizia a porsi come un creatore, un artista, svincolandosi dalle direttive che fino ad allora venivano imposte al sarto e appropriandosi delle facoltà consentite allo stilista: inventiva, genialità, fantasia, libertà creativa. È così che, una volta varcati i confini dell’abilità manuale, il sarto ha ampio accesso a un altro mondo, quello in cui la moda non è solo il modo di abbigliarsi, ma diventa stile di vita, forma d’arte a pieno titolo.

È sembrato d’obbligo pertanto al Met Museum di New York dedicare una mostra a Charles James, fashion designer, considerato oltre che il primo couturier d’America anche il migliore in assoluto (a detta di Cristobal Balenciaga). Non si tratta di una mostra qualunque, perché, oltre all’eccellenza del personaggio, il museo coglie l’occasione per ribattezzare, dopo mesi di restauro, il rinnovato Istituto del Costume nell’ Anna Wintour Costume Center. Per chi non la conoscesse, Anna Wintour è la direttrice di Vogue America, nonché membro del consiglio d’amministrazione del Met, istituto che da sempre sostiene, dedicando grande impegno alla raccolta di fondi e donazioni. A questo si deve quindi l’omaggio del Met, che ha deciso di dedicarle un’intera sezione di moda e costume, inaugurata lunedì 5 maggio da Michelle Obama in persona, alla cui serata di gala erano presenti alcuni tra i più noti personaggi della moda e dello spettacolo, da Sarah Jessica Parker a Charlize Theron.

Charles James era d’origine inglese, educato nella prestigiosa scuola di Harrow, dove conobbe Cecil Beaton, celebre fotografo e costumista che fu suo amico per tutta la vita. Tuttavia per James furono gli Stati Uniti, in particolare Chicago, ad aprirgli le porte della haute couture tra gli anni ’30 e ’50. Ossessivo e puntiglioso, lo stilista ha vestito per anni le signore bene del dopoguerra e le celebri icone del cinema e della moda come Marlene Dietrich, Millicent Rogers e Babe Paley. Il suo nome rappresentava una vera e propria garanzia sociale e i suoi abiti, che arrivavano a pesare fino a 15 chili, erano composti da infiniti strati di tulle e raso, e, nonostante la loro impronta ancora marcatamente ottocentesca, sono stati di ispirazione ai più grandi stilisti moderni, come Christian Dior, che era solito ribadire come lo stile di James avesse inciso in modo determinante sul suo New look. Charles James: Beyond Fashion è un’ampia retrospettiva delle sue creazioni, la maggior parte delle quali provengono dalla collezione di Austine Hearst, moglie del magnate dell’editoria William Randolph Hearst Jr, fedele e assidua cliente dello stilista.

Fino al 10 agosto, 1000 5th Ave, New York; info: www.metmuseum.org

 

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